Un’altra voce. Più lontana. – È stato bravo Ciba stasera.
Ma quanti sono?
La voce più vicina rispose: – Sì, bisogna dire che in queste cose il nostro Ciba è il
migliore di tutti!
– È Gianni! L’amministratore delegato! – spiegò ad Alice lo scrittore, con un filo di
voce.
– Dio mio, dio mio, dio mio, – invocò lei. – E se ci vedono?
– Zitta. Non parlare – . Fabrizio sollevò la testa. La sagoma
di Gianni si allungava
dietro il cespuglio di ortensie. Ciba si riabbassò. – Sta pisciando! Non ci può vedere.
Adesso se ne va.
Ma l’amministratore delegato, che soffriva di prostata, rimase a scrollarsi l’affare
aspettando scariche successive. – Non male la storia del fuoco! Una cazzata, ma
efficace, niente da dire. Dobbiamo chiamarlo più spesso a fare queste cose, è magnetico.
Fabrizio sorrise soddisfatto e guardò Alice, che sbuffò divertita. Cosa poteva volere di
più? Pomiciava con una specie di modella meticcia e intellettuale, e
contemporaneamente riceveva le lodi sperticate dal re della sua casa editrice.
Le toccò il clitoride. Lei rabbrividì e gli alitò nell’orecchio. – Piano… pianooo… Se
no mi metto a urlareeehhh…
Il cazzo gli si era trasformato in un blocchetto di cemento armato.
– Ma parlando di cose serie… A che punto è Ciba col nuovo romanzo?
– Non riesco a capire… Per quel poco che ho letto… –
Pennacchini rimase senza
parole. Spesso gli succedeva di bloccarsi, come se gli avessero tolto la corrente.
– Cosa, Pennacchini? Che hai letto?
– Mi pare, ecco, assai sfocato… Più… Come dire… Dei tentativi maldestri che una
vera e propria narrazione…
Fabrizio, che intanto si dava da fare a slacciare la cinta, si bloccò.
– Una cagata, ho capito. Come l’ultimo, là…
Il sogno di Nestore. Non sono per niente
soddisfatto… E va pure così così. Da uno che aveva venduto un milione e mezzo di
copie mi aspettavo, francamente, qualcosa di più. Con tutta la pubblicità che gli abbiamo
comprato. Hai visto le rese semestrali? Se non ci fosse
La fossa dei leoni…
Alice con un colpo da maestra gli liberò finalmente l’erezione e cominciò a
masturbarlo.
– … Bisogna che discutiamo del contratto per il prossimo libro. La sua agente è fuori
di testa. Ha chiesto una cifra assurda. Prima di firmare ci dobbiamo pensare bene. Non
possiamo essere strozzati da uno che vende in fondo come Adele Raffo,
che becca
esattamente la metà di lui.
Ciba credette di svenire. Quel figlio di puttana lo stava paragonando a una suora
obesa che scriveva ricette di cucina! E che cos’era questa storia di ridiscutere il
contratto? Ed era pure un gran falsone. Gli aveva detto che
Il sogno di Nestore era un
libro necessario, il romanzo della sua maturità.
Alice, intanto, tutta presa, non ascoltava, continuava a massaggiarglielo con un
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preciso movimento antiorario del polso ma, con sua enorme sorpresa, l’operazione non
dava
i suoi frutti, anzi. Le si stava letteralmente avvizzendo in mano. Lo guardò
imbarazzata. Lo scrittore era atterrito. – Che succede? Sta venendo qua?
– Per favore… Un attimo. Stai zitta un attimo. Alice sentì una nota stonata nella voce
di Fabrizio, mollò la flaccida appendice e si mise in ascolto.
– … Tanto non scappa! Dove va? Nessuna casa editrice è disposta a dargli quanto gli
diamo noi. Ma neanche la metà. Chi si crede di essere? Grisham? E tra l’altro ho saputo
che la sua trasmissione non è stata ancora confermata per l’anno prossimo. Se la
chiudono, Ciba cola a picco. Dobbiamo fargli abbassare la cresta. Anzi, la prossima
settimana, Achille, voglio fare una riunione con Modica e Malagò e così vediamo come
agire… Quello un altro libro mica lo scrive. È bollito – . Un istante di silenzio. – Ahh!!
Ho finito. Era dall’aereo che la tenevo – . Poi rumore di passi sulla ghiaia.
Ciba rimase sospeso a mezz’aria, incapace di reagire, poi ricadde giù,
nel fango del
pianeta terra, o meglio, sulla donna nella cui vagina teneva immerso il dito medio. Una
donna, tra l’altro, appena conosciuta. E che lavorava nel suo stesso campo. Un’estranea.
Una potenziale spia.
Si sollevò con la faccia congestionata e due occhi da psicopatico.
Lei si coprì il seno con la camicetta e fece una smorfia indefinibile.
Do'stlaringiz bilan baham: