International congress of byzantine studies belgrade, 22 27 august 2016

Angela Prinzi
Sapienza Università di Roma, Rome, Italy; 
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Rapporti tra l’innologia greca di Bartolomeo di Grottaferrata 
per i santi Savino e Vitale e la relativa agiografia latina
La fama di Bartolomeo di Grottaferrata (981?-1055 ca.) quale abile versificatore risale al 
suo discepolo, Luca, che nella Vita Bartholomei, tradizionalmente attribuitagli, esalta la sapienza 
compositiva innologica del maestro definendone gli inni πάνσοφα μελῳδήματα [...] γέμοντα 
γνώσεως καὶ εὐαρμοστίας. Sulla scorta dell’autore del Bios, a due secoli di distanza, Giovanni 
Rossanese celebrerà in un celebre encomio e in quattro canoni il santo cofondatore dell’abbazia 
criptense «quale nuovo Giovanni Damasceno o Giuseppe Innografo». 
La feconda attività compositiva di s. Bartolomeo è testimoniata dagli antichi Menei e Triodi di 
Grottaferrata, risalenti tutti al periodo compreso tra la fine dell’XI secolo e l’inizio di quello successivo, 
eccezion fatta per il Meneo di dicembre Crypt. Δ.α.ΙV, vergato da Macario di Reggio nel 1265. Essi 
tramandano come opera del santo criptense un cospicuo numero di versi appartenenti a diversi 
generi dell’innografia (canoni, exaposteilaria, photagogaria, sticheri prosomi e idiomeli, contaci) nei 
quali egli cantò – come ricorda l’agiografo – «αὐτὴν τὴν ὑπεράχραντον τὸν Θεοῦ Λόγου μητέρα καὶ 
τοὺς λοιποὺς τοὺς ἁγίους». Alcuni dei canoni composti da s. Bartolomeo, infatti, sono dedicati alla 
celebrazione della Theotokos e di importanti feste in Suo onore, altri all’esaltazione di santi e martiri 
occidentali, cari alla comunità criptense in quanto venerati a Grottaferrata o in territori e monasteri 

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giuridicamente ad essa pertinenti. Rientrano fra questi i canoni dedicati a Savino, vescovo di Spoleto, 
e a Vitale, miles consularis di Milano, la commemorazione dei quali è prescritta dal Typikòn di 
Grottaferrata (il codice Crypt. Γ.α.Ι) rispettivamente al 7 dicembre e al 28 aprile. L’analisi comparata 
dei due canoni e dell’unica fonte agiografica relativa al martirio di Savino e Vitale disponibile 
(rappresentata, rispettivamente, dalle Passiones latine BHL 7451-7454 e 8703-8704) rivela la stretta 
dipendenza del testo greco degli inni dalla prosa latina delle Passiones, che Bartolomeo traduce in 
più casi quasi ad litteram, mostrandosi fine conoscitore del latino e confermando, al contempo, la sua 
abilità nella trasposizione di testi prosastici in composizioni poetiche innografiche.