specie di calore benefico che gli fece formicolare la nuca, gli scivolò lungo la
mandibola, gli serrò le palpebre, si insinuò tra gengive e denti, scese giù per la trachea,
si irradiò bollente e piacevole come Vicks VapoRub dallo sterno alla schiena attraverso
le costole e gli saltellò da una vertebra all’altra fino al bacino. Lo sfintere ebbe un
palpito e contemporaneamente gli si rizzarono i peli delle braccia. Era come fare una
doccia calda senza bagnarsi. Meglio. Un massaggio senza essere palpato. Durante questa
reazione fisiologica che durò all’incirca cinque secondi Fabrizio fu cieco e sordo e
quando finalmente tornò alla realtà Sawhney stava parlando,
– … luoghi, fatti e persone sono all’oscuro della forza che li cancella. Non crede?
– Sì, certamente, – rispose. Non aveva sentito nulla. – Grazie. Sono felice.
– Lei sa come interessare il lettore, come muovere le corde migliori della sua
sensibilità. Mi piacerebbe leggere qualcosa di più lungo.
– La fossa dei leoni è il libro più lungo che ho scritto. Da poco… – in realtà erano
quasi cinque anni, – … ho scritto un altro romanzo,
Il sogno di Nestore, ma anche quello
è abbastanza breve.
– Come mai non si avventura oltre? Ha certamente i mezzi espressivi per farlo. Non
abbia timore. Si lasci andare senza paura. Se posso darle un consiglio, non si freni, si
faccia afferrare dalla narrazione.
Fabrizio si trattenne dall’abbracciare quel caro adorabile vecchietto. Quanto era vero e
giusto quello che stava dicendo. Sapeva di essere in grado di scrivere IL GRANDE
ROMANZO. Anzi, IL GRANDE ROMANZO ITALIANO, tipo
I promessi sposi per
intenderci, quello che per i critici mancava alla nostra letteratura contemporanea. Dopo
diversi tentativi, da qualche tempo stava lavorando alla saga di una famiglia sarda, dal
milleseicento a oggi. Un progetto ambizioso ma che aveva decisamente più forza del
Gattopardo o dei
Viceré.
Stava per dirglielo, ma un po’ di pudore lo trattenne. Si sentì in dovere di rispondere
ai complimenti. Cominciò a creare: – Vorrei comunque dirle che il suo libro mi ha
letteralmente entusiasmato. È un romanzo straordinariamente organico e la trama è così
intensa… Come fa? Qual è il suo segreto? C’è un’energia drammatica che mi ha lasciato
scosso per settimane. Il lettore non solo è chiamato a valutare la consapevolezza e
l’innocenza di queste potenti figure femminili ma attraverso le loro vicende, come
dire… Sì, il lettore è obbligato a trasferire il suo sguardo dalle pagine del libro alla
propria realtà.
– Grazie, – disse l’indiano. – Che bello farsi i complimenti a vicenda.
I due scrittori scoppiarono a ridere.
Do'stlaringiz bilan baham: