International congress of byzantine studies belgrade, 22 27 august 2016



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Thematic Sessions of Free Communications

PERSPECTIVES CENTRE-PÉRIPHÉRIE 
DANS LE MONDE BYZANTIN
Conveners:
 Ghislaine Noyé Bougard

Annick Peters-Custot
Augusta Acconcia Longo

Il ruolo dell’agiografia nella storia dei rapporti provincia-capitale
Adele Cilento

Le 
élites
ecclesiastiche nell’Italia bizantina dei secoli X-XI: 
funzioni e ruolo sociale fra provincia e capitale
Enrico Cirelli

L’idea di Ravenna e la nascita di una nuova identità territoriale nel mondo bizantino: 
una prospettiva archeologica
Jean-Marie Martin

Byzance vue de l’Italie méridionale latine 
(Naples, thème de Longobardie/catépanat d’Italie, principautés lombardes)
Ghislaine Noyé Bougard

Aristocraties et rébellions dans l’Italie byzantine des X
e
-XI
e
siècles
Annick Peters-Custot

Empire et romanité d’après la documentation grecque de l’Italie méridionale byzantine
Filippo Ronconi

Manuscrits et identités culturelles en l’Italie méridionale (VII
e
-XI
e
s.). L’apport de l’Orient


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Augusta Acconcia Longo
Rome, Italy; 
augusta.longo@uniromal.it
Il ruolo dell’agiografia nella storia dei rapporti provincia-capitale
Come avviene per ogni altra espressione della cultura italogreca, anche la letteratura agiografica 
si distingue per certi caratteri, che non escludono i legami con i modelli orientali, ma al tempo 
stesso rivelano un’indubbia originalità e, soprattutto, l’aderenza alla realtà del tempo e del luogo cui 
i vari testi appartengono. Il numero limitato di testi agiografici pervenuti permette di seguire con 
una certa facilità e chiarezza l’evoluzione del genere e l’importanza che tali testi rivestono nell’ottica 
dei rapporti centro-periferia dell’impero e di individuare fasi diverse nella natura delle relazioni tra 
il centro del potere e l’importante provincia occidentale. Dalla Vita di Zosimo vescovo di Siracusa 
(VII sec.) che quasi certamente aderì al monoenergismo e non partecipò al Concilio Lateranense 
(649), sebbene la diocesi siciliana fosse ancora sotto la giurisdizione ecclesiastica romana, emerge 
l’obbedienza al potere imperiale, e l’aderenza all’«ortodossia» (che in questo caso è un’eresia) 
costantinopolitana. Con ogni probabilità non fu estraneo all’elaborazione di questa biografia, 
modificata poi nella trasmissione del testo, il soggiorno di Costante II a Siracusa, che esaltò e rese 
predominante l’elemento greco locale, già rafforzato dalle migrazioni che portarono in Sicilia e in 
Italia profughi dalle regioni orientali conquistate prima dai Persiani e poi dagli Arabi.
Specchio della dialettica centro-periferia e delle relazioni sofferte tra l’importante provincia 
occidentale e Costantinopoli sono ancora alcuni testi creati in Sicilia prima della conquista araba, di 
diversa ispirazione ideologica, che, al di là della natura leggendaria, sono una fonte preziosa per la storia 
dell’Italia greca in età iconoclasta. La Vita di Leone di Catania, ad esempio, di ispirazione iconoclasta, 
è strettamente collegata alla Capitale, mentre nella Vita e Martirio di s. Pancrazio protovescovo di 
Taormina, di ispirazione iconofila, Costantinopoli non compare mai. Più sfumata e complessa è la 
posizione di altri testi agiografici dell’epoca, che comunque, anche nella rappresentazione leggendaria, 
forniscono importanti notizie sulla situazione della provincia italiana.
Con la conquista araba di Siracusa, si chiude un capitolo importante dell’agiografia italogreca.
L’agiografia monastica dell’età successiva ha un’importanza storica più esplicita dell’agiografia 
romanzesca dell’età precedente. Espressione di una società a tutti gli effetti bizantina, anche se in 
stretto contatto con il mondo latino, i nuovi testi esprimono un progressivo venir meno dei legami 
con Costantinopoli. Elia il Giovane, ad esempio, pur fortemente critico nei confronti della politica 
bizantina in Italia, è pronto a rispondere all’invito di Leone VI di recarsi a Costantinopoli. Ma un 
disincanto crescente e una progressiva delusione verso Bisanzio si nota nell’agiografia successiva
fino a Nilo di Rossano, che rifiuta l’invito di recarsi a Costantinopoli e sceglie di vivere tra i Latini.
Ma dopo la conquista normanna dell’Italia meridionale, quando i legami politici con l’Impero 
sono ormai un ricordo, l’agiografia italogreca esprime un rapporto con il mondo bizantino, che non 
è più dettato dalla sudditanza, ma da profondi legami spirituali.


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