Alessandra Avagliano
Sapienza Università di Roma, Rome, Italy;
alessandra.avagliano@uniroma1.it
Il rivestimento marmoreo del fonte del battistero di Nocera Superiore
nuove considerazioni
Il battistero dell’antica cattedrale di Nocera Superiore è uno dei monumenti più interessanti
della Campania paleocristiana. La fondazione dell’edificio risale al periodo immediatamente
successivo alla conquista bizantina della città nel 555. Di recente, però, è stata avanzata la proposta
di retrodatare la costruzione dell’edificio al 498, mettendola in relazione con l’episcopato di Lorenzo,
antagonista di Simmaco per il soglio pontificio.
Il battistero, di dimensioni notevoli, ha una pianta circolare coperta da una cupola sorretta
da quindici coppie di colonne senza tamburo. Tutti gli elementi del decoro architettonico – basi,
capitelli e cornici - sono di reimpiego, probabilmente provenienti dall’antica Nuceria Alfaterna. La
monumentale vasca battesimale ha la forma di un ottagono con i vertici tagliati. In questo intervento
si intende soffermare l’attenzione sul rivestimento marmoreo del fonte, che era in origine composto
da lastre appositamente realizzate, delle quali solo nove oggi sopravvivono.
Le lastre rettangolari sono decorate al centro da una croce gemmata e in un caso dai bracci
della croce pendono le lettere apocalittiche di A e W. Le lastre angolari presentano, invece, un
decoro più elaborato, che campisce lintera superficie con motivi geometrici: rombi, quadrati,
triangoli, cerchi concentrici e cornici dentellate, in taluni casi arricchiti da croci. Tali decori sono
realizzati mediante la ben nota tecnica a champlevé o a incrostazione di mastici, che prevedeva il
riempimento degli alveoli con una resina colorata la quale aveva il pregio di replicare l’effetto visivo
dell’opus sectile, diminuendo di gran lunga i costi d’esecuzione. Nel periodo protobizantino, tale
tecnica fu largamente utilizzata specialmente nei territori del Mediterraneo orientale e i casi più
significativi sono rappresentati dal martyrium di Seleucia Pieria presso Antiochia e dalle numerose
chiese di Cipro, dove l’incrostazione di mastici ha avuto un indubbio successo fin dal V secolo.
Le lastre di Nocera costituiscono un unicum non solo in Campania, ma anche in tutta la penisola
italiana. Questa peculiarità non è stata finora sottolineata, in quanto i confronti che sono stati suggeriti
riguardavano unicamente i motivi iconografici, ma non la tecnica di esecuzione. È dunque necessario
inquadrare le lastre di Nocera nell’ambito della ricca produzione di scultura a champlevé d’area
bizantina, perché esse, oltre a fornire una testimonianza della diffusione di tale tecnica anche nell’Italia
meridionale, potrebbero offrire utili indizi per la datazione del battistero stesso.
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