International congress of byzantine studies belgrade, 22 27 august 2016

Lettera 1
Si tratta di un invito deciso per il destinatario a rivedere il suo appoggio alle tesi di Acindino 
e ad aprirsi alle testimonianze dei padri. Il mancato ravvedimento infatti potrebbe determinare la 
sua condanna eterna. Nella seconda parte l’autore attacca le teorie di Acindino e del suo maestro 
Barlaam sulla luce taborica e sulle energie divine. L’autore infine ricorda la condanna comminata dal 
tomo sinodale sia a Barlaam sia in un secondo momento ad Acindino.
Lettera 2
L’autore esordisce rimproverando il destinatario di appartenere ai seguaci di Barlaam, come 
denota l’impeto con il quale accusa i padri che vivono nell’
hesychia
: egli infatti ritiene veri teologi 
solo coloro che adattano alla conoscenza di Dio gli strumenti propri della filosofia antica, accusando 
coloro che praticano l’
hesychia 
di essere Messaliani ed Euchiti. Di qui un lungo passaggio nel quale 
si espone la teoria sulle energie. Il corpo centrale della lettera è poi dedicato al resoconto dettagliato 
dei due sinodi del 1341. Nell’ultima parte segue l’invito al destinatario a diffidare dei soli strumenti 
logico-filosofici per la comprensione di Dio, che, come mostrato dai saggi greci, sono inferiori e 
insufficienti al confronto con la verità mostrata dalla predicazione di Pietro e Paolo o dall’esempio 
di Mosè e Elia.
Lettera 3
L’autore rinnova la condanna per coloro che, nonostante la sentenza sinodale, continuano a 
sostenere le idee di Barlaam e ad attaccare quanti loro si oppongono. L’autore con un certo orgoglio 
rivendica come prova della bontà delle tesi palamite il fatto di riscuotere una cattiva reputazione 
presso gli avversari e denuncia la violenza e l’aggressività fisica dei Barlaamiti che non può 
coniugarsi con l’atteggiamento di coloro che intendono conoscere Dio. Con tono umile, l’autore in 
conclusione sostiene di non essere nel numero di coloro che vedono o hanno visto Dio, ma i meriti 
che l’avversario gli attribuisce sono conseguenti alla sua condizione di monaco.