I persecutori non tedeschi nell'Europa centrale e orientale



Download 84,68 Kb.
bet5/6
Sana25.06.2017
Hajmi84,68 Kb.
#15005
1   2   3   4   5   6

Ciononostante, nella storiografia occidentale, principalmente in quella tedesca, è osservabile la tendenza a imputare, senza distinguo, alle singole nazioni dell'Est europeo la complicità attiva nell'Olocausto. Ad esempio, nel caso della Lituania, si arriva ad affermare: “La politica tedesca e quella lituana ambedue insieme condussero alla Shoah in Lituania”126. Tuttavia, a quel tempo, una politica “lituana” autonoma verso gli ebrei non poteva esistere, perché non esisteva all'epoca alcuno stato lituano, neanche uno stato-marionetta che potesse perseguire una tale politica. È però un dato di fatto che gli occupanti tedeschi liberarono in Lituania il potenziale antisemita, criminale e violento, incentivandolo in modo mirato, per canalizzarlo contro gli ebrei allo scopo di annientarli. Ed ebbero anche successo in questa operazione: migliaia di lituani, alcuni molto prontamente collaborativi, parteciparono all'Olocausto. Il trauma del regime del terrore sovietico, che andò a incrementare ulteriormente il potenziale antisemita presente in Lituania e nelle restanti regioni dell'Est europeo, facilitò i tedeschi nel reclutamento di autori volonterosi per l'Olocausto. Analogamente procedettero gli occupanti in Lettonia, in Bielorussia e anche in Ucraina. Le autorità di occupazione tedesche elevarono la persecuzione e l'uccisione degli ebrei al rango di legge, trasformando in crimine l'aiuto verso gli ebrei, che in Polonia, ad esempio, fu “sanzionato” con la pena di morte per l'intera famiglia del complice. In altri paesi, invece, le autorità tedesche si affidarono a trattative e a complicità volontaria, come ad esempio nella Francia di Vichy o in Ungheria. Lo stato rumeno di allora compì, addirittura, il suo proprio Olocausto. Questi paesi e regimi erano effettivamente in grado di condurre una politica ebraica in un certo qual modo autonoma. Essi potevano rifiutarsi di consegnare gli ebrei locali ai tedeschi, oppure potevano dimostrarsi d'accordo e collaborare a tali azioni, o intraprendere anche autonome iniziative di sterminio, come nel caso del governo della Romania o del regime croato degli Ustascia.

Nel contempo, i massacri di cui risultarono responsabili gli Ustascia croati o le Croci Frecciate ungheresi dimostrano che il trauma del regime del terrore sovietico non fu un presupposto indispensabile per il reclutamento di autori volenterosi dello sterminio degli ebrei. In tutti i paesi d'Europa esisteva un potenziale antisemita, criminale e violento, che i tedeschi poterono strumentalizzare miratamente per uccidere gli ebrei europei. Sembra tuttavia che tale potenziale fosse particolarmente intenso nei paesi precedentemente sottoposti al regime del terrore sovietico.

Il tentativo di attribuire senza distinguo i crimini di autori non tedeschi alle rispettive nazioni rispecchia la tendenza a denazionalizzare, per così dire, gli autori tedeschi dell'Olocausto. Nel dibattito pubblico gli autori tedeschi dei massacri vengono spesso presentati come “criminali nazisti”, “criminali delle SS”, “criminali nazionalsocialisti” oppure “fascisti”, “criminali della Gestapo”, o con espressioni simili. Vengono così messe in risalto le loro appartenenze politiche o istituzionali, mentre quelle etniche passano in secondo piano. Con ciò si tributa al superamento tedesco del proprio passato un riconoscimento che effettivamente non ha eguali. Allo stesso tempo però, ad esempio in Polonia, si constata con preoccupazione e persino con indignazione come i campi di sterminio “nazionalsocialisti” della Polonia occupata dai tedeschi vengano non di rado descritti, perfino in testi scientifici, come “campi di sterminio polacchi” o “campi di concentramento polacchi”. In tal modo – certo inconsapevolmente – si ammette, almeno dal punto di vista linguistico, la colpevolezza polacca127. Di quando in quando, tuttavia, si ha anche l'impressione che alcuni autori cerchino miratamente complici non tedeschi, soprattutto in Europa centrorientale128.



Il dibattito internazionale sui colpevoli non tedeschi dell'Olocausto è appena agli inizi. Sono da prevedersi, e anche da auspicarsi, altre pubblicazioni, al fine di poter far luce, anche da questo punto di vista, su uno dei più grandi crimini, se non il più grande crimine, della storia dell'umanità. È da aspettarsi che il nucleo delle ricerche continui a rivolgersi all'Europa centrale e orientale, dato che proprio in quelle regioni venne sterminato il maggior numero degli ebrei, e che lì vi sono anche le lacune maggiori dal punto di vista della ricerca. Bisogna comunque sempre preoccuparsi di contestualizzare storicamente questi tragici avvenimenti. Note al saggio

1 - Raul Hilberg, Perpetrators, Victims, Bystanders. The Jewish Catastrophe 1933-1945, HarperCollins, New York 1992 [trad. it. Carnefici, vittime, spettatori. La persecuzione degli ebrei (1933-1945), Mondadori, Milano 1994].2 - Sullo stato delle ricerche riguardanti gli autori dell'Olocausto cfr. Gerhard Gaul, Von Psychopaten, Technokraten des Terrors und ``ganz gewöhnlichen'' Deutschen. Die Täter der Shoah im Spiegel der Forschung, in Die Täter der Shoah. Fanatische Nazionalozialisten oder ganz normale Deutsche?, a c. di Gerhard Paul, Wallstein Verlag, Göttingen 2002, pp. 13-90 (riguardo agli autori stranieri dell'Olocausto cfr. pp. 56-61).3 - Per ragioni di spazio mi occuperò solo marginalmente di complici non tedeschi, che, ad esempio, misero in pratica misure antiebraiche degli occupanti tedeschi, come la privazione dei diritti, gli espropri, la “degiudeizzazione” dell'economia e della vita pubblica, la ghettizzazione o il lavoro forzato, operazioni che precedettero lo sterminio o si svolsero parallelamente a esso.4 - Il 24 agosto 1939, a Mosca, i ministri degli Esteri tedesco e sovietico firmarono il cosiddetto Patto Hitler-Stalin, con il quale i due dittatori si spartivano l'Europa centrorientale. La Polonia fu divisa tra la Germania e l'Unione Sovietica, gli stati baltici e il nordest della Romania (Bessarabia) toccarono ai sovietici. Il 1° settembre 1939 la Wehrmacht invase la Polonia e il 17 settembre, con la Polonia praticamente sconfitta, se non ancora interamente occupata, le truppe sovietiche varcarono il confine e occuparono la Polonia orientale. Nove mesi dopo, tra giugno e luglio del 1940, le truppe di Stalin occuparono gli stati baltici e la Bessarabia.5 - Dalle regioni un tempo appartenute alla Polonia orientale i sovietici deportarono nelle regioni interne dell'Unione Sovietica fino a 400.000 persone, ne imprigionarono circa 120.000, torturandone e uccidendone a migliaia. Dagli stati baltici i sovietici deportarono più di 50.000 persone, dalla Bessarabia circa 20.000: anche in questi due casi le vittime uccise ammontano a migliaia. Cfr. Bogdan Musial, “Konterrevolutionäre Elemente sind zu erschießen”. Die Brutalisierung des deutsch-sowjetischen Krieges im Sommer 1941, Propyläen Verlag, Berlin 2000, pp. 31-36; Stanislaw Ciesielski et al., Masowe deporatcje Iudnosci w Zwiaôzku Radzieckim, Wydawnictwo Adam Marszalek, Toruń 2004, pp. 311-36.6 - Bogdan Musial, Jewish Resistance in Poland's Eastern Borderlands during the Second World War, 1939-41, “Pattern of Prejudice” vol. 38, nr. 4, Routledge, New York NY, dicembre 2004, pp. 371-82.7 - Cfr. tra gli altri Ben-Cion Pinchuk, Shtetl Jews under Soviet Rule. Eastern Poland on the Eve of the Holocaust, Basil Blackwell, Oxford 1990; Dov Levin, The Lesser of Two Evils. Eastern European Jewery under Soviet Rule, 1939-1941, The Jewish Publication Society, Philadelphia-Jerusalem 1995; Musial, Konterrevolutionäre Elemente cit., pp. 42-81; Alfonsas Eidintas, Das Stereotyp des ``jüdischen Kommunisten'' in Litauen 1940-41, in Holocaust in Litauen. Krieg, Judenmorde und Kollaboration im Jahre 1941, a c. di Vincas Bartuseviccus et al., Böhlau Verlag, Köln 2003, pp. 13-25.8 - Messaggio telex di Heydrich del 29 giugno 1941, in Die Ermordung der europäischen Juden. Eine umfassende Dokumentation des Holocaust 1941-1945, a c. di Peter Longerich, München-Zürich 1989, p. 118 sgg.9 - Gert Robel, Sowjetunion, in Dimension des Völkermords. Die Zahl der jüdischen Opfer des Nationalsozialismus, a c. di Wolfgang Benz, Deutscher Taschenbuch Verlag, München 1996, pp. 499-560, 502-04; Knut Stang, Kollaboration und Massenmord. Die litauische Hilfspolizei, das Rollkommando Hamann und die Ermordung der litauischen Juden, Peter Lang Verlag, Frankfurt am Main 1996, pp. 73-76.10 - Stang, Kollaboration cit., pp. 80-81; Stang parla di 175.000 ebrei lituani uccisi nel periodo dalla fine di giugno al novembre 1941 e di 45.000 che furono concentrati nei tre ghetti. Karl Jäger, il capo di questa operazione di sterminio, indicò invece un totale di 137.346 persone “liquidate”, tra le quali circa 136.000 uomini, donne e bambini ebrei. Il resto era composto da circa 100 comunisti, 600 malati di mente, polacchi e partigiani sovietici. Inoltre, sempre secondo Jäger, nei tre ghetti furono concentrati circa 34.500 ebrei. Rapporto Jäger: Karl Jäger, “Elenco completo delle esecuzioni compiute nel distretto dell'Einsatzkommando 3 fino al 1° dicembre 1941”, 1 dicembre 1941, Kaunas, in Archivio speciale (Sonderarchiv), Mosca, f. 500, op. 1, d. 35, Bl. 110-117; riportato anche come facsimile in Holocaust in Litauen cit., pp. 303-11.11 - Stang, Kollaboration cit., pp. 113-21.12 - Hans-Heinrich Wilhelm, Die Einsatzgruppe A der Sicherheitspolizei und des SD 1941/42, Peter Lang Verlag, Frankfurt am Main 1996, pp. 62-63; Karl Jäger parla invece di 4000 ebrei che furono “liquidati esclusivamente dai partigiani”. Cfr. Rapporto Jäger cit.13 - Stang, Kollaboration cit., pp. 121-51; Arunas Bubnys, Die litauischen Hilfspolizeibataillone und der Holocaust, in Holocaust in Litauen cit., pp. 117-31.14 - Stang, Kollaboration cit., pp. 153-80; Bubnys, Hilfspolizeibataillone cit., pp. 119-21; cfr. anche Erich Heine, Allgemeine Ermächtigung und konkrete Eigendynamik. Die Ermordung der Juden in den ländlichen Gebieten Litauens, in Holocaust in Litauen cit., pp. 91-102.15 - Stang, Kollaboration, cit., pp. 161-70.16 - Ivi, pp. 170-71.17 - Bubnys, Hilfspolizeibataillone cit., pp. 119-21.18 - Ivi, pp. 118, 128; Stang, Kollaboration cit., p. 188.19 - Bubnys, Hilfspolizeibataillone cit., pp. 121-28.20 - Ibid.21 - Michael MacQueen, Einheimische Gehilfin der Gestapo. Die litauische Sicherheitspolizei in Vilnius 1941-1944, in Holocaust in Litauen cit., pp. 103-16.22 - Stang, Kollaboration cit., p. 188; Christoph Dieckmann, Deutsche und litauische Interessen. Grundlinien der Besatzungspolitik in Litauen 1941 bis 1944, in Holocaust in Litauen cit., pp. 63-76.23 - Andrew Ezergailis, The Holocaust in Latvia: 1941-1944, The Historical Institute of Latvia, Riga 1996, pp. 58-62 parla di 66.000 ebrei residenti in Lettonia nel luglio 1941; Wilhelm, Die Einsatzgruppe A cit., pp. 118-19, stima il loro numero in 70.000 persone.24 - Wilhelm, Die Einsatzgruppe A cit., pp. 105-13.25 - Il rapporto è riportato in Prozess gegen die Hauptkriegsverbrecher vor dem Internationalem Militärgerichtshof Nürnberg 14. November 1945 – 1. Oktober 1946, vol. XXX, Nürnberg 1948, 2273-PS.26 - Viktors Ara°js nacque nel 1910 nella cittadina di Baldone, nei pressi di Riga. Negli anni Trenta studiò giurisprudenza. Nel 1935 interruppe gli studi per lavorare nella polizia. Quattro anni dopo riprese gli studi di legge, che concluse durante l'occupazione sovietica. Poco prima dell'attacco tedesco all'Unione Sovietica si unì, secondo una sua stessa testimonianza, a un gruppo di partigiani. Durante l'occupazione tedesca fu alla guida del commando. Dopo il 1945 fuggì in Germania sotto falso nome. Nel 1975 fu arrestato e nel 1979 venne condannato all'ergastolo ad Amburgo. Morì nel 1988 in carcere. Cfr. Ezergailis, The Holocaust cit., pp. 175-80.27 - Ivi, pp. 171-189; Katarin Reichelt, Kollaboration und Holocaust in Lettland 1945-1945, in Täter im Vernichtungskrieg. Der Ûberfall auf die Sowjetunion und der Völkermord an den Juden, a c. di Wolf Kaiser, Propyläen Verlag, Berlin/München 2002, pp. 110-124.28 - Ezergailis, The Holocaust cit., pp. 189-191.29 - Ivi, pp. 191-92; Reichelt, Kollaboration cit., pp. 116-17.30 - Ezergailis, The Holocaust cit., pp. 191-93; Wilhelm, Die Einsatzgruppe A cit., pp. 113-19.31 - Ezergailis, The Holocaust cit., pp. 183-95.32 - Ivi, pp. 311-35.33 - Ibid.; Reichelt, Kollaboration cit., p. 118 sgg.34 - Ibid.; Reichelt, Kollaboration cit., p. 118 sgg.; Katrin Reichelt, Der Anteil von Letten an der Enteignung der Juden ihres Landes zwischen 1941 und 1943, in Kooperation und Verbrechen. Formen der ``Kollaboration'' im östlichen Europa 1939-1945, a c. di Christoph Dieckmann et al., Wallstein Verlag, Göttingen 2003, pp. 224-42.35 - Wilhelm, Die Einsatzgruppe A cit., pp. 203-08; Meelis Maripuu, Kollaboration und Widerstand in Estland 1940-1944, in Collaboration and Resistance During the Holocaust. Belarus, Estonia, Latvia, Lithuania, a c. di David Gaunt et al., Peter Lang, Bern 2004, pp. 403-19; Gert Robel, Sowjetunion, in Dimension des Völkermords. Die Zahl der jüdischen Opfer des Nationalsozialismus, a c. di Wolfgang Benz, Deutscher Taschenbuch Verlag, München 1996, p. 524.36 - Karel C. Berkhoff, Harvest of Despair. Life and Death in Ukraine under Nazi Rule, The Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge MA-London 2004, pp. 6-34, 61; Dieter Pohl, Ukrainische Hilfskräfte beim Mord an den Juden, in Die Täter der Shoah. Fanatische Nationalsozialisten oder ganz normale Deutsche?, a c. di Gerhard Paul, Wallstein Verlag, Göttingen 2002, pp. 205-34.37 - Dopo aver conquistato il territorio ucraino, gli invasori tedeschi lo divisero in quattro regioni: la Galizia orientale fu annessa al Governatorato generale, la Transnistria e Odessa vennero poste sotto occupazione rumena: in Volinia-Podolia, nei distretti di Zhytomyr, Kiev, Kirovohrad, Dnepropetrovsk, i nuovi occupanti costituirono il Reichskommisariat dell'Ucraina; i territori orientali restarono sotto amministrazione militare.38 - Pohl, Ukrainische Hilfskräfte cit., p. 217; Radu Ioanid, The Holocaust in Romania. The Destruction of Jews and Gypsies Under the Antonescu Regime 1940-1944, Ivan R. Ree, Chicago 2000, p. 176 sgg.39 - Musial, Konterrevolutionäre Elemente cit., pp. 98-191.40 - Klaus-Michael Mallmann, Der qualitative Sprung im Vernichtungsprozeß. Das Massaker von Kamenez-Podolsk Ende August 1941, in “Annuario della ricerca sull'antisemitismo” 10 (2001), pp. 239-64; Berkhoff, Harvest of Despair cit., pp. 62-69; Pohl, Ukrainische Hilfskräfte cit., pp. 212-15.41 - Berkhoff, Harvest of Despair cit., pp. 69-71; Pohl, Ukrainische Hilfskräfte cit., pp. 125-218.42 - Pohl, Ukrainische Hilfskräfte cit., pp. 212-15; Berkhoff, Harvest of Despair cit., pp. 62-71; Martin Dean, Collaboration in the Holocaust. Crimes of the Local Police in Belorussia and Ukraine, 1941-44, St. Martin's Press, New York 2000, pp. 42-43.43 - Pohl, Ukrainische Hilfskräfte cit., pp. 215-17.44 - Dieter Pohl, Nationalsozialistische Judenverfolgung in Ostgalizien 1941-1944. Organisation und Durchführung eines staatlichen Massenverbrechens, Oldenbourg Verlag, München 1996, pp. 185-262; Thomas Sandkühler, ``Endlösung'' in Galizien. Der Judenmord in Ostpolen und die Rettungsinitiative von Berthold Beitz 1941-1944, Dietz Verlag, Bonn 1996, pp. 208-67.45 - Pohl, Ukrainische Hilfskräfte cit., p. 217; Pohl, Nationalsozialistische Judenverfolgung cit., pp. 362-73.46 - Pohl, Ukrainische Hilfskräfte cit., pp. 216-17; Richard Breitman, Himmler's Police Auxiliaries in the Occupied Soviet Territories, in “Simon Wiesenthal Center Annual” 7, Los Angeles CA 1990, pp. 23-39.47 - Pohl, Ukrainische Hilfskräfte cit., p. 219.48 - Peter Black, Die Trawniki-Männer und die ``Aktion Reinhard'', in ``Aktion Reinhard''. Der Völkermord an den Juden im Generalgouvernement 1941-1944, a c. di Bogdan Musial, Fibre Verlag, Osnabrück 2004, pp. 309-52.49 - Christian Gerlach, Kalkulierte Morde. Die deutsche Wirtschafts- und Vernichtungspolitik in Weißrussland 1941 bis 1944, Hamburger Edition, Hamburg 1999, pp. 91 sgg., 1159.50 - Gerlach, Kalkulierte Morde cit., pp. 536-627, 683-84.51 - Ivi, pp. 733-43; Antonio Munoz, Oleg V. Romanko, Hitler's White Russians: Collaboration, Extermination and Anti-Partisan Warfare in Belorussia, 1941-1944, Europa Books Inc., New York 2003, pp. 304-10.52 - Ivi, pp. 536-55; Dean, Collaboration in the Holocaust cit., pp. 17-40; Martin Cüppers, Vorreiter der Shoah. Waffen-SS, Kommandostab Reichsführer SS und die Judenvernichtung 1939-1945, Manuskript, Diss. Phil., Universität Stuttgart 2004, pp. 174-207 [pubblicato come Wegbereiter der Shoah, Waffen ecc.; Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 2005].53 - Cüppers, Vorreiter der Shoah cit., p. 179.54 - Gerlach, Kalkulierte Morde cit., pp. 514-36, in particolare pp. 530-33.55 - Martin Dean, Microcosm: Collaboration and Resistance during the Holocaust in the Mir Rayon of Belarus, 1941-1944, in Collaboration and Resistance cit., pp. 223-59 (223-33); inoltre Dean, Collaboration in the Holocaust cit., pp. 46-50.56 - Ibid.57 - Dean, Microcosm cit., pp. 224, 227-28.58 - Ivi, pp. 233-39.59 - Ivi, pp. 225, 243-56.60 - Gerlach, Kalkulierte Morde cit., pp. 202-09; Bernhard Chiari, Alltag hinter der Front: Besatzung, Kollaboration und Widerstand in Weissrussland 1941-1944, Droste Verlag, Düsseldorf 1998, pp. 163-86; Dean, Collaboration in the Holocaust cit., p. 65.61 - A titolo di esempio va citato il cosiddetto “dibattito su Jedwabne”, inaugurato dalla pubblicazione di Jan Tomasz Gross, Neighbors. The Destruction of the Jewish Community in Jedwabne, Poland, Princeton University Press, Princeton-Oxford 2001 [trad. it I carnefici della porta accanto: 1941, il massacro della comunità ebraica di Jedwabne in Polonia, Mondadori, Milano 2003]. L'edizione originale polacca venne pubblicata l'anno precedente. Sullo svolgimento del dibattito cfr. The Neighbors Respond. The Controversy over the Jedwabne Massacre in Poland, a c. di Antony Polonsky e Johanna B. Michlic, Princeton University Press, Princeton-Oxford 2004; quanto allo spessore scientifico della pubblicazione di Gross cfr. Bogdan Musial, The Pogrom in Jedwabne: Critical Remarks about Jan T. Gross's Neighbors, ivi, pp. 304-43.62 - Nelle regioni annesse, tanto i polacchi che gli ebrei furono espropriati, deportati nel Governatorato generale e costretti a lavori forzati, da svolgere per gli ebrei sul posto, per i polacchi sul posto o anche nel Reich. Gli ebrei furono rinchiusi nei ghetti, mentre le fucilazioni e l'imprigionamento nei campi di concentramento presero di mira soprattutto l'intellighenzia polacca, analogamente a quanto avvenne nel Governatorato generale. Tuttavia i polacchi del Governatorato generale, in confronto agli ebrei, avevano una posizione meno grave, soprattutto per via della situazione economica: non tutti i polacchi, infatti, furono espropriati o esclusi dalle attività economiche come accadde per gli ebrei. Cfr. Bogdan Musial, Das Schlachtfeld zweiter totalitärer Systeme. Polen unter deutscher und sowjetischer Herrschaft 1939-1941, in Genesis des Genozids. Polen 1939-1941, a c. di Klaus-Michael Mallmann e Bogdan Musial, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 2004, pp. 13-35.63 - Musial, Konterrevolutionäre Elemente cit., pp. 175-99.64 - Cfr. Bogdan Musial, Indigener Judenhaß und die deutsche Kriegsmaschine. Der Nordosten Polens im Sommer 1941, in “Osteuropa” 12/2003, pp. 1830-41; Pawel Machcewicz, Rund um Jedwabne – Neue Forschungsergebnisse polnischer Historiker, in Beginn der Vernichtung. Zum Mord an den Juden in Jedwabne und Umgebung im Sommer 1941. Neue Forschungsergebnisse polnischer Historiker, a c. di Edmund Dmitrów et al., Fibre Verlag, Osnabrück 2004, pp. 19-94; Edmund Dmitrów, Die Einsatzgruppen der deutschen Sicherheitspolizei und des Sicherheitsdienstes zu Beginn der Judenvernichtung im Gebiet von Lomża und Byalystok im Sommer 1941, in Beginn der Vernichtung cit., pp. 95-208.65 - Ibid.66 - Bogdan Musial, The Origins of ``Operation Reinhard'': The Decision-Making Process for the Mass Murder of the Jews in the Generalgouvernement, in “Yad Vashem Studies”, vol. 28, Jerusalem 2000, pp. 113-53.67 - A tal proposito cfr. Bogdan Musial, Deutsche Zivilverwaltung und Judenverfolgung im Generalgouvernement. Eine Fallstudie zum Distrikt Lublin, Harrassowitz Verlag, Wiesbaden 1999, pp. 229-306; Klaus-Michael Mallmann, “Mensch, ich feiere heut' den tausendsten Genickschuß”. Die Sicherheitspolizei und die Shoah in Westgalizien, in Aktion Reinhard cit., pp. 353-82; Michael Alberti, Die Anfänge und die Durchführung der ``Endlösung''. Die Verfolgung und Vernichtung der Juden im Reichsgau Wartheland 1939-1945, Diss. Phil., Freiburg in Breisgau 2001.68 - Cfr. Musial, Deutsche Zivilverwaltung cit., pp. 308-12.69 - Si stima che i polacchi di Varsavia che fornirono un supporto attivo agli ebrei nascosti furono attorno alle 60.000 persone. Cfr. Gunnar S. Paulsson, Das Verhältnis zwischen Polen und Juden im besetzten Warschau, 1940-1945, in Aktion Reinhard cit., pp. 384-404 (394-96); Gunnar S. Paulsson, The Secret City: The Hidden Jews of Warsaw 1940-1945, Yale University Press, New Haven-London 2002, pp. 113-16, 149-54, 233-40.70 - Marek Jan Chodakiewicz, Between Nazis and Soviets. Occupation Politics in Poland, 1939-1947, Lexington Books, Lanham MD 2004, pp. 150-80 (per le cifre p. 150); Musial, Deutsche Zivilverwaltung cit., pp. 308-12.71 - Radu Ioanid, The Holocaust in Romania. The Destruction of Jews and Gypsies Under the Antonescu Regime, 1940-1944, Ivan R. Dee, Chicago 2000, pp. XX sgg., 289 sgg.; Krista Zach, Rumänien, in Dimension des Völkermords cit., pp. 381-409. La partecipazione rumena allo sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale è definita “Olocausto dimenticato” nelle memorie del rabbino capo rumeno Alexandru Sôafran; ivi, p. 284.72 - Ioanid, The Holocaust in Romania cit., pp. 38-43; Zach, Rumänien cit., pp. 381-99.73 - La Guardia di ferro fu costituita nel 1930 come corpo armato della “Legione dell'Arcangelo Michele”, creata a sua volta nel 1927 da Corneliu Zelea Codreanu. Codreanu proclamava tra l'altro l'antisemitismo e un misticismo religioso legato al culto del sacrificio e della morte, esaltava l'ascesi e proclamava slogan contro il marxismo e contro il capitalismo. Cfr. Jerzy Borejsza, Schulen des Hasses, Faschistische Systeme in Europa, Fischer Verlag, Frankfurt am Main 1999, pp. 194-96.74 - Ivi, pp. 43-51.75 - Ivi, pp. 52-61; Radu Ioanid, The Pogrom in Bukarest 21-23 January 1941, in “Holocaust and Genocide Studies”, vol. 6, nr. 4, Oxford University Press, Oxford 1991, pp. 272-382; Krista Zach, Rumänien in Brennpunkt: Sprache und Politik, Identität und Ideologie im Wandel, Südostdeutsches Kulturwerk, München 1998, pp. 394-99.76 - Ioanid, The Holocaust in Romania cit., pp. 63-90; Angrick, Besatzungspolitik und Massenmord : die Einsatzgruppe D in der südlichen Sowjetunion 1941-1943, Hamburger Edition, Hamburg 2003, pp. 141-43.77 - Ioanid, The Holocaust in Romania cit., pp. 90-109; Angrick,
Download 84,68 Kb.

Do'stlaringiz bilan baham:
1   2   3   4   5   6




Ma'lumotlar bazasi mualliflik huquqi bilan himoyalangan ©hozir.org 2024
ma'muriyatiga murojaat qiling

kiriting | ro'yxatdan o'tish
    Bosh sahifa
юртда тантана
Боғда битган
Бугун юртда
Эшитганлар жилманглар
Эшитмадим деманглар
битган бодомлар
Yangiariq tumani
qitish marakazi
Raqamli texnologiyalar
ilishida muhokamadan
tasdiqqa tavsiya
tavsiya etilgan
iqtisodiyot kafedrasi
steiermarkischen landesregierung
asarlaringizni yuboring
o'zingizning asarlaringizni
Iltimos faqat
faqat o'zingizning
steierm rkischen
landesregierung fachabteilung
rkischen landesregierung
hamshira loyihasi
loyihasi mavsum
faolyatining oqibatlari
asosiy adabiyotlar
fakulteti ahborot
ahborot havfsizligi
havfsizligi kafedrasi
fanidan bo’yicha
fakulteti iqtisodiyot
boshqaruv fakulteti
chiqarishda boshqaruv
ishlab chiqarishda
iqtisodiyot fakultet
multiservis tarmoqlari
fanidan asosiy
Uzbek fanidan
mavzulari potok
asosidagi multiservis
'aliyyil a'ziym
billahil 'aliyyil
illaa billahil
quvvata illaa
falah' deganida
Kompyuter savodxonligi
bo’yicha mustaqil
'alal falah'
Hayya 'alal
'alas soloh
Hayya 'alas
mavsum boyicha


yuklab olish