11.
Era evidente che Satana aveva usato Gerry Scotti per comunicare con lui. Com’era
possibile che tra tutte le infinite domande che esistono nell’universo gli autori del
programma avessero scelto proprio una su Abaddon? Era un segno. Di cosa, Saverio non
aveva la più pallida idea. Ma era senza dubbio un segno del Male.
Il tipo di Sabaudia aveva toppato. Aveva risposto che Abaddon era un pastore
anglicano del diciottesimo secolo e se ne era tornato a casa a pagarsi il mutuo.
Ben ti sta. Così impari a non sapere chi è Abaddon, il distruttore.
Saverio prese da un cassetto una confezione di Alka-Seltzer, sciolse una compressa in un
bicchiere e ripensò alla giornata trascorsa. Le ultime dodici ore avevano qualcosa di
prodigioso. Tutto era cominciato con la sua decisione improvvisa di fare il grande salto
con le Belve. Poi il rifiuto a Kurtz Minetti. Ora pure il domandone. Doveva cercare altri
segni della presenza del Maligno nella sua vita.
Che giorno era? Il 28 aprile. A cosa corrispondeva il 28 aprile nel calendario
satanico?
Andò in soggiorno a prendere la borsa del portatile. La camera era arredata con la
collezione etnica Zanzibar. Mobili squadrati fatti di un legno nero e oleoso intarsiato con
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losanghe di pelle di zebra. Emanavano un curioso odore speziato che alla lunga faceva
venire mal di testa. Lo schermo al plasma Pioneer era disposto sotto un enorme mosaico
che Serena aveva composto con gusci di vongole, cozze e pietre colorate raccolte
all’Argentario. Avrebbe dovuto raffigurare una sirena seduta su uno scoglio che suonava
i lunghi capelli come fossero corde di un’arpa.
Saverio si collegò a internet e cercò su Google: calendario satanista. Scopri che il 28
aprile non corrispondeva a nulla. Però il 30 aprile era la Notte di Valpurga. Quando c’è
il grande raduno delle streghe in cima al monte Brocken.
Si alzò perplesso. Per come erano andate le cose era sicuro che il 28 aprile era un
giorno satanico.
Anche se in verità il 28 non è lontano dal 30, la Notte di Valpurga.
Si avvicinò allo scatolone accanto alla porta d’ingresso. Tagliò il nastro adesivo e lo
scoperchiò. Poi come un antico paladino si inginocchiò sul tesoro, infilò le mani tra i
trucioli di polistirolo ed estrasse la Durlindana. La sollevò tenendola con entrambe la
mani. La lama in acciaio temperato, l’elsa in ferro forgiato e l’impugnatura ricoperta di
pelle. Era stato a lungo indeciso se comprare una katana giapponese, ma aveva fatto
bene a scegliere un’arma che apparteneva alla nostra tradizione culturale. Era bella da
togliere il fiato.
Uscì sul terrazzino, la mise davanti al disco della luna e come Orlando a Roncisvalle
cominciò a rotearla. Avrebbe volentieri sfidato Kurtz Minetti in duello. Nella sua sede di
Pavia.
Io con la Durlindana e lui con l’ascia bipenne.
S’immaginò di schivare un colpo e di girarsi e con un fendente preciso decapitare il
sommo sacerdote. Poi avrebbe solo detto: «Venite a me! Sarete Belve». E tutti i Figli
dell’Apocalisse si sarebbero inchinati al suo cospetto. Quella si sarebbe stata una bella
azione. Solo che Kurtz Minetti, nonostante fosse alto un cazzo e un barattolo, era un
discepolo di Sante Lucci, un maestro shaolin triestino.
Saverio con una piroetta distrusse lo stendino per i panni. Il pensiero che quel gioiello
sarebbe finito sul caminetto del suocero a Roccaraso lo faceva stare male.
Il telefono cominciò a suonare. Lo squillo si azzittì. Serena aveva risposto. Poco dopo
la sentì urlare:
– Saverio è per te. Tuo cugino. Digli che la prossima volta che chiama a quest’ora gli
faccio ingoiare i denti.
Il leader delle Belve tornò in soggiorno e rimise la spada nella scatola, prese il
cordless e rispose sbrigativo: – Antonio? Dimmi.
– Ahò, cugino. Come stai?
– Non c’è male. È successo qualcosa?
– No, niente. Anzi si. Ho bisogno del tuo aiuto.
Ci si metteva pure questo. Ma a nessuno sfiorava l’idea che anche Saverio Moneta aveva
un po’ di cavoli suoi da risolvere? – No guarda… Sono incasinatissimo… Mi dispiace.
– Aspetta. Tu non devi fare niente. Lo so che sei impegnato. Però ogni tanto ti ho
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visto bazzicare dei ragazzetti…
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