I gonzaga del po



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2.1.5 Sistema turistico
Il quadro più frammentato si ha sicuramente davanti alle politiche turistiche, dove non solo le Regioni operano autonomamente, ma spesso ci si affida a iniziative singole da parte dei comuni.

Sulla sponda lombarda s’è puntato molto sulla valorizzazione delle aree a cavallo del Po: grazie a una convenzione stipulata nel 2004 tra le province di Pavia, Lodi, Cremona e Mantova ha preso corpo il sistema “Po di Lombardia”, con il quale si mettono sotto un unico logo tutti i percorsi, le iniziative e gli eventi che gravitano attorno al Po, al fine di creare un sistema turistico interprovinciale coordinato25.

Qui s’è puntato alla creazione di servizi per un turismo slow, valorizzando la navigazione, potenziando la rete delle piste ciclabili e dotando il territorio di nuove aree sosta per camper, creando una rete tra diverse modalità di spostamento che si dipana e collega parchi e città storiche.

In Emilia Romagna, invece, pare non esserci questo interesse per le aree fluviali in ambito di promozione territoriale integrata, non presenti nei percorsi e nei pacchetti proposti dal sistema turistico regionale26.

La Regione pare preferisca puntare su altri asset strategici già consolidati, come la riviera romagnola, la rete delle cittadine termali e le città d’arte come Ferrara, Parma e Ravenna.

A livello provinciale, invece, si assiste ad un ulteriore diversificazione dell’offerta che rende il quadro ancor più disarticolato.

La situazione più eclatante avviene nell’Oltrepò mantovano, dove si trovano ben due sistemi turistici differenti: il primo è il marchio “Oltrepò mantovano” con il quale si vuol coordinare e dare un immagine unica a questo territorio, diretta emanazione di “Po di Lombardia” di cui è un’articolazione; il secondo è il sistema “Po Matilde” che riunisce sostanzialmente i medesimi Comuni creando percorsi e pacchetti basati sulle opere legate alla presenza di Matilde di Canossa.

Nell’Oglio – Po è invece il GAL il vero motore del turismo locale, il quale stanzia notevoli fondi: 1,3 milioni di € per la diffusione delle strutture ricettive, 700.000 € per la creazione e la sperimentazione di pacchetti turistici e circa 800.000 € per agriturismi27.



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Figura 15 – Piazza Bentivoglio, Gualtieri (RE)


Ma anche in quest’ambito, singoli Comuni proseguono in maniera indipendente, come Casalmaggiore e Viadana, con un loro sistema turistico tagliato su scala comunale.

Discorso a parte merita Sabbioneta, da poco diventata patrimonio Unesco con Mantova e vera perla di questo territorio, da sempre capace di attirare da sola discreti flussi turistici, ma che certamente potrebbe esprimere valori maggiori in un circuito più ampio.

In terra reggiana bisogna guardare al sistema turistico provinciale28, che individua due circuiti nella Bassa, quello de “I luoghi di Don Camillo”, nei comuni di Boretto, Brescello e Poviglio, e quello dei “Castelli Matildici e Corti Reggiane” a Gualtieri, Guastalla, Novellara e Reggiolo.

Quest’ultimo circuito mette insieme, quindi, corti e palazzi gonzagheschi con i castelli medioevali della Val d’Enza e dell’Appennino, in un insieme che di certo non si può dire omogeneo.


Davanti a questo quadro c’è, però, chi in passato ha provato a creare un sistema che superasse la frammentazione. È il caso dell’Associazione intercomunale “Itinerari Gonzagheschi” che nei primi anni ’90 provò a mettere insieme tutti i comuni d’origine gonzaghesca dentro un unico frame.

Come però dice il Presidente dell’Associazione, ed ex Sindaco di Sabbioneta, Antonio Beccari29:

“Lo scopo dell’associazione era quello di iniziare a creare sinergie tra i comuni, che partissero dalla creazione di percorsi e itinerari per arrivare, col tempo, a presentare veri e propri pacchetti turistici con cui mettere insieme ambiente, cultura ed enogastronomia. Peccato che tutto ciò venga a mancare quando cessa la spinta politica dei Comuni e in questo momento siamo davanti a posizioni sempre più campanilistiche”.

Di certo il sistema turistico è forse il paradigma migliore per capire la frammentazione che c’è nel territorio de “I Gonzaga del Po” in quanto campo più soggetto ad azioni localistiche, scontando oggi ritardi notevoli, soprattutto dal punto di vista ricettivo e dei servizi per i turisti30.

Un’analisi delle politiche in atto è stata certamente utile per capire quali siano le problematiche sensibili su cui deve muoversi il territorio de “I Gonzaga del Po”, evidenziando come le emergenze più gravi vi siano soprattutto laddove c’è più divisione e divergenza nelle scelte fatte.

Per evidenziare le questioni nodali dalle quali far emergere i progetti con cui far discendere una nuova forma di governance possibile per il territorio de “I Gonzaga del Po” è necessario analizzare anche la domanda di policy.

Solo interpolando l’offerta attuale e la domanda che esiste da parte dei vari stakeholders si potrà essere in grado di far proposte concrete su cui creare sinergie future.
2.2 LA DOMANDA DI POLICY
Da una sintesi delle interviste fatte ad attori e testimoni privilegiati31 si possono rilevare cinque questioni nodali su cui il territorio deve misurarsi per costruire un nuovo modello di sviluppo: Domanda di una maggior infrastrutturazione del territorio in termini viabilistici e tecnologici, con maggior attenzione alla logistica;


  • Domanda di nuove politiche insediative, per una razionalizzazione delle espansioni delle aree produttive;

  • Domanda di Alta formazione che interconnetta sempre più il mondo imprenditoriale, la conoscenza e il territorio al di là dei confini amministrativi, per inserire giovani nelle aziende e favorire il contatto tra il mondo della conoscenza e quello del lavoro;

  • Domanda di maggiore capacità di promozione comune delle eccellenze produttive locali, integrando cultura, produzioni ed enogastronomia in un unico sistema turistico;

  • Domanda di una nuova governance per un territorio di confine come “I Gonzaga del Po”, facendo dialogare maggiormente politica ed economia.

Come si può notare, sono domande che vanno verso logiche aggregative, segno della consapevolezza di dover fare un salto di qualità per mantenere “I Gonzaga del Po” un territorio d’eccellenza nella val Padana.

Si esamineranno, quindi, tutti questi aspetti nello specifico, per poi andare ad ipotizzare nel capitolo successivo alcuni progetti con cui interpretare e dar risposta alle domande attuali.


2.2.1 Domanda infrastrutturale
La prima risposta che tutti danno alla domanda “Di cosa è carente questo territorio?” è “Sicuramente le infrastrutture”, evidenziando un problema ormai annoso, non ancora risolto nonostante qualcosa si sia mosso negli ultimi tempi.

Benché, infatti, la realizzazione della variante Cispadana abbia dato un certo respiro alla viabilità del destra Po, non si sono ancora soddisfatte tutte le esigenze di cui questo territorio necessita.

Come s’è potuto vedere dalle previsioni dei piani, il territorio dovrebbe essere investito da un notevole numero d’interventi, ma si avverte una certa sfiducia nei tempi di realizzazione, con nuove reti che andrebbero a soddisfare bisogni ormai anacronistici.

Il territorio ha bisogno di essere maggiormente collegato alle grandi direttrici, potenziando la rete attuale, oltre che necessitare di una maggior integrazione tra modi di trasporto diversi.

Per questo sarebbe importante investire sulle reti ferroviarie e sui raccordi, oltre che implementare quel modo di trasporto naturale che è dato dal Po.

Tutti vedono nella regimentazione una possibilità importante per il trasporto di molte delle merci che qui vengono prodotte, resta però tutto da dimostrare se questo intervento valga l’investimento, in quanto non basta bacinizzare per rendere appetibile il trasporto fluviale.

Per questo servirebbero politiche d’incentivo, flotte, servizi a supporto delle imprese che intendono scegliere il fiume come modalità di trasporto e integrazione con tutta la rete terrestre.

In una logica del genere ritroverebbe impulso anche il porto di Boretto, ad oggi vero e proprio enigma infrastrutturale, capace di raccogliere tutti i flussi de “I Gonzaga del Po”, in quanto collocato in posizione baricentrica.

Un’altra esigenza è di dare impulso alla logistica: su questo tema s’è potuto vedere come le politiche attuali vadano in direzioni completamente diverse. Se ci fosse una governance unica per questo territorio, si potrebbe capire meglio dove localizzare poli logistici e poli di interscambio.

Infine, sussiste anche un bisogno d’infrastrutture immateriali, legate all’information technology, poiché in molte zone produttive non v’è ancora, per esempio, la banda larga, grave handicap competitivo.

Questo aspetto è fondamentale soprattutto perché porterebbe a una semplificazione e una velocizzazione notevole nella trasmissione dei dati e di informazioni tra imprese, aiutando a costruire logiche di rete.

Di certo, un progetto pilota per la costruzione di un modello di governance non può essere legato a questi temi, che sono competenza di livelli più alti come le regioni o lo Stato, però, l’esistenza di una struttura di governance unitaria su un territorio come quello de “I Gonzaga del Po” aiuterebbe a rendere centrali le esigenze che qui si esprimono, facendo fronte comune per non subire i processi ma per parteciparli.


2.2.2 Domanda di nuove politiche per le imprese
Come già visto in sede di analisi, la forza di questo territorio sta nella fitta rete d’imprese e molte delle quali, pur essendo medio - piccole, sono molto vivaci, capaci di esportare un prodotto innovativo e di qualità e attente ai nuovi mercati.

Se da un lato il taglio delle imprese permette di avere grande flessibilità, dall’altro rischiano di rimanere poi isolate nei grandi circuiti internazionali in cui si trovano a competere.

Per questo c’è bisogno di iniziare a pensare con logiche di rete, affinché si possa fronteggiare in maniera più solidale la sfida competitiva delle grandi imprese.

Logiche di rete dovrebbero esserci anche nelle politiche insediative per le imprese, cercando di essere selettivi nella pianificazione dei poli di sviluppo.

Questo discorso è molto legato a quello infrastrutturale, in quanto la domanda di logistica può trovare risposta solo laddove ci sia una massa critica di imprese cospicua, tale per cui investire anche in sistemi di intermodalità.
Altro elemento fondamentale per mantenere alta la soglia della competitività internazionale è quello dell’innovazione del prodotto, raggiungibile solo con il reclutamento di risorse umane sempre più qualificate e capaci di entrare nei contesti produttivi partendo da esperienze di studio che abbiano già avuto significativi contatti con il mondo produttivo.

Per questo si rendono necessari programmi con cui avvicinare le scuole e i giovani alle imprese, lavorando molto nell’attività di orientamento post laurea e post diploma.

Affermare la cultura tecnica è importantissimo in un territorio che trova nella meccanica una delle sue peculiarità, cercando quindi sinergie tra università scientifiche, istituti tecnici e imprese, affinché si possano far avvicinare con maggior facilità giovani preparati al mondo del lavoro.

Molti sono gli strumenti standard utilizzabili in questo senso (borse di studio, tirocini, assegni di laurea), ma su un tema come questo, che potrebbe potenzialmente coinvolgere diversi attori del territorio, è immaginabile la creazione di un percorso specifico per avvicinare i giovani alle imprese.

Attraverso un progetto del genere si farebbero sedere attorno allo stesso tavolo enti pubblici, imprese e mondo della scuola delle diverse province con cui creare così una prima struttura di governance che procede nella direzione assunta da questo lavoro.
2.2.3 Domanda di un nuovo sistema turistico e di promozione del territorio
Pensare al turismo come volano e modo nuovo con cui vendere e promuovere il territorio è un’esigenza che in tanti avvertono.

Che la terra de “I Gonzaga del Po” sia densa di fascino e piena di valori diversi è un dato che si è già evidenziato, ma sconta ancora la frammentazione data dalle varie politiche turistiche che fanno sì che ci sia scarso dialogo tra le due sponde del Grande Fiume.

Questo problema è avvertito soprattutto da chi vive in questo territorio, capace di comprendere che le relazioni e le affinità superano i confini.

Questo problema emerge soprattutto nella gestione del fiume, sul quale, a distanza di poche centinaia di metri, si trovano contrapposte due filosofie differenti.

Eppure, sia gli attori del mondo istituzionale sia quelli del mondo economico, si trovano d’accordo nel dire che questo potenziale deve essere inserito in un unico frame, in cui sfruttare quelle che sono le eccellenza universalmente riconosciute come principale carta attraverso cui tentare di vendere, meglio di quanto si sia fatto fino ad oggi, un intero territorio.

Dal lato storico artistico, il riconoscimento di Sabbioneta come patrimonio UNESCO certifica il valore della cultura e della storia gonzaghesca, mentre dal lato delle produzioni agroalimentari, tanti sono i prodotti certificati DOP o IGP come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Provolone Valpadana, il Salame Cremona, mentre altri ci stanno arrivando come il Melone Mantovano o il Pomodoro Casalasco, senza dimenticare che qui vengono allevate tutte le carni che poi diventano prosciutti di Parma o culatelli di Zibello.

Senza dimenticare l’eco che può giocare tutto il sistema fluviale, inserendo il territorio in una rete potenzialmente molto ampia che va da Torino al Delta fino a Venezia.

Ci sono da stabilire, quindi, politiche di promozione e di marketing univoche che mettano insieme tutti questi aspetti, creando in parallelo un’offerta turistica con cui permettere una permanenza che vada oltre il “mordi e fuggi” e faccia gustare e assaporare questo territorio.

Due, quindi, sono le strade da intraprendere attraverso la creazione di un brand: la prima sta nel portare “fuori” questo territorio, facendolo conoscere attraverso i grandi canali dell’informazione, la seconda sta nel poter accogliere chi vuol conoscere “I Gonzaga del Po”, offrendo un sistema ricettivo organizzato.

Un territorio che sappia anche ospitare grandi eventi in rete, mezzo con cui non solo attirare visitatori ma utile anche a fare incontrare interessi economici.

Per questo la carta turistica sarebbe apprezzata anche dalle imprese a carattere industriale, poiché un tale investimento sull’immagine e sulla promozione del territorio sarebbe indubbiamente utile nei processi di internazionalizzazione, con aziende che si potrebbero riconoscere come espressione di un territorio foriero di grandi valori e di qualità.
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Figura 16 – Palazzo Ducale, Sabbioneta (MN), patrimonio UNESCO


2.2.4 Domanda di governance

Esiste in maniera più o meno esplicita il bisogno di dare al territorio de “I Gonzaga del Po” una nuova governance con cui superare il campanilismo locale per fare fronte comune e riuscire a fargli acquisire maggior peso specifico nei processi e decisionali.

Tutti vedono nel mondo politico quello deputato a realizzare questo disegno, con le istituzioni chiamate a superare le diffidenze e ad agire in rete tra di loro.

D’altro canto c’è bisogno della collaborazione e della sinergia con tutto il mondo economico in modo da riuscire a concretizzare meglio le questioni rilevanti da affrontare e costruire politiche comuni.

Di certo, per arrivare a una forma di governo del territorio di tal genere ci vorranno parecchi anni, ma sempre di più si sarà costretti ad andare in rete, in quanto i comuni avranno sempre meno risorse mentre per le imprese diventerà, come già detto, sempre più utile agire insieme per essere competitive.

Sarebbe importante, quindi, iniziare a muoversi in questo senso, in modo da stratificare e consolidare una cultura del fare insieme, altrimenti soggetta all’estemporaneità di alcune azioni individuali.


In quest’ultimo paragrafo s’è cercato, quindi, di tratteggiare quali sono i nodi su cui investire per iniziare proprio un percorso capace di rafforzare le logiche di governance condivisa e unitaria sul territorio de “I Gonzaga del Po”.

A partire da queste tematiche si proporranno alcuni progetti capaci di dare stimolo nel senso appena indicato, al fine di costruire un tentativo con cui iniziare a superare gli attuali assetti per costruirne dei nuovi alternativi capaci di guardare al futuro sulla base della caratterizzazione socio economica e culturale del territorio de “I Gonzaga del Po”.




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Figura 17 – Villa Medici del Vascello, San Giovanni in Croce (CR)


NOTE RELATIVE AL CAPITOLO 2


1 Per approfondimenti guardare l’allegato n°2 del PTCP della Provincia di Cremona Progetto di Rete ecologica provinciale.
2 Per approfondimenti guardare l’allegato B1 del PTCP della Provincia di Mantova Progetti di rilevanza sovra locale – Sistema paesaggistico e rete verde.
3 Per approfondimenti guardare l’allegato 03 del PTCP della Provincia di Reggio Emilia Linee guida per l’attuazione della rete ecologica provinciale.
4 Ci si riferisce alla Nota di lettura sulle norme di natura finanziaria di interesse dei Comuni redatta dall’ANCI in data 04/06/2010 in merito al decreto legge n.78 del 31 maggio 2010.
5 Per approfondimenti guardare la carta B Carta degli indirizzi per il sistema insediativo e per le infrastrutture” e la carta C “Carta delle opportunità insediative del PTCP della Provincia di Cremona.
6 Per approfondimenti guardare la carta P3a – Nord Assetto territoriale degli insediamenti e delle reti di mobilità del PTCP della Provincia di Reggio Emilia.
7 Per un approfondimento sulle politiche insediative francesi, si rimanda all’appendice del lavoro, da pag.89.
8 Per approfondimenti guardare l’allegato B3 Progetti di rilevanza sovra locale – Sistema insediativo e produttivo e l’allegato C5 “Repertorio degli ambiti produttivi provinciali” del PTCP della Provincia di Mantova.
9 Sul sito internet www.tirrenobrennero.it, pagina ufficiale della società “Tirreno Brennero S.r.l” sono descritti nel dettaglio tutti i progetti relativi a quest’asse di sviluppo.
10 Per approfondimenti sul tema della viabilità e delle infrastrutture ferroviarie guardare sempre la carta B Carta degli indirizzi per il sistema insediativo e per le infrastrutture del PTCP della Provincia di Cremona e il capitolo 3 del quadro conoscitivo “Il sistema insediativo e infrastrutturale”.
11 Per approfondimenti sul tema della viabilità e delle infrastrutture ferroviarie guardare l’allegato B2 Progetti di rilevanza sovra locale – Sistema della mobilità e dei trasporti del PTCP della Provincia di Mantova.
12 Per approfondimenti sul tema della viabilità e delle infrastrutture ferroviarie guardare la Tavola P3b Sistema della mobilità del PTCP della Provincia di Reggio Emilia.
13 Su questo tema è utile leggere una brochure del gennaio 2009 dell’Assessorato alla Mobilità della Regione Emilia Romagna, dove si spiega la necessità di questo intervento e l’entità finanziaria dell’opera. Altri dati si possono trovare sempre nel sito internet della società “Tirreno Brennero S.r.l”
14 Sul tema degli interscambi in territorio cremonese guardare la carta B Carta degli indirizzi per il sistema insediativo e per le infrastrutture del PTCP della Provincia di Cremona.
15 Sul tema degli interscambi in territorio mantovano guardare alla Tavola di Piano n. 2 Indicazioni insediative e infrastrutturali del PTCP della Provincia di Mantova.
16 Si rimanda alle dichiarazioni della dottoressa Chiodini nell’abstract delle interviste posto in appendice del lavoro a pag.106.
17 Sul tema degli interscambi in territorio reggiano guardare alla Tavola P3b Sistema della mobilità del PTCP della Provincia di Reggio Emilia.
18 Per un approfondimento sulle politiche relative alla logistica della Regione Emilia Romagna guardare la presentazione Interventi per il trasporto ferroviario delle merci in Emilia Romagna redatto dalla “Direzione Generale Reti Infrastrutturali Logistica e sistemi di mobilità” dell’Assessorato alla mobilità dell’Emilia Romagna nell’ambito del convegno “Logistica ed intermodalità in Emilia Romagna”, svoltosi a Bologna il 19 Aprile 2010.
19 Tutte le informazioni riguardanti la struttura di AIPO si possono facilmente trovare nella pagina web dell’agenzia www.agenziainterregionalepo.it, in cui si fa rimando anche a tutte le leggi regionali delle quattro Regioni partecipanti da cui AIPO è stata istituita.
20 Gli scopi e le competenze dell’Autorità di Bacino sono definite dalla legge 183/89 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo. Si rimanda anche in questo caso al sito internet dell’Autorità www.adbpo.it, in cui si può trovare tutta la documentazione riguardante i piani gestiti dall’ente.
21 Tutte le informazioni riguardanti il progetto di bacinizzazione del Po tra Cremona e Foce Mincio si trovano nel documento Attività e studi propedeutici relativi alla regimazione del Po nel tratto tra Cremona e Foce Mincio – Ipotesi, analisi e verifiche preliminari redatto dalla Direzione generale infrastrutture e mobilità della Regione Lombardia con AIPO nel giugno 2009 e al documento Attività e studi propedeutici relativi alla regimazione del Po nel tratto tra Cremona e Foce Mincio – Studi integrativi redatti dagli stessi soggetti nel novembre 2009.
22 Si rimanda al già citato documento WWF – Legambiente La Bacinizzazione del Po. Osservazioni, 2010.
23 L’ipotesi secondo la quale un terzo dell’opera di regimazione del Po venga finanziata con fondi pubblici è paventata dalla dottoressa Bianchi. Si rimanda quindi all’abstract delle interviste posto in appendice del lavoro a pag.109.
24 Per approfondire il tema della sistemazione a corrente libera si rimanda al documento di AIPO Il progetto di sistemazione a corrente libera del Po tra Cremona e Foce Mincio – Descrizione generale del 2009.
25 Le notizie e le strutture di Po di Lombardia si trovano nel sito internet istituzionale www.podilombardia.it.
26 Nel sito istituzionale dell’assessorato al turismo della Regione Emilia Romagna www.emiliaromagnaturismo.it si trovano tutti i percorsi e le politiche sviluppate dalla Regione, dove si può notare la totale mancanza dell’area della Bassa Reggiana.
27 Si fa riferimento ai soldi stanziati nell’asse 5 Governance del Piano di Sviluppo Locale 2007 – 2013 del GAL Oglio Po.
28 Per vedere nel dettaglio le politiche turistiche presenti nella Bassa Reggiana si consiglia di vedere il sito ufficiale della Provincia di Reggio Emilia www.reggioemiliaturismo.provincia.re.it, in cui si può notare la discrepanza di azioni in atto su questo territorio.
29 Si rimanda a tutta l’intervista fatta ad Antonio Beccari nell’abstract delle interviste posto in appendice del lavoro a pag.105.
30 Il problema della carenza di strutture ricettive è evidenziato anche nei Materiali per la discussione della “Conferenza socio economica della Bassa Reggiana”, svoltasi a Guastalla il 22 aprile 2009.
31 Tutto questo paragrafo è stato costruito interpolando le interviste realizzate in questi mesi ad attori privilegiati, rimandando quindi all’abstract delle interviste posto in appendice al lavoro da pag.99. Per la domanda infrastrutturale guardare le dichiarazioni di Giuseppe Alai, Luca Rossi, Cristina Bianchi, Giuliana Chiodini, Giuseppe Torchio e Silvano Melegari, per la domanda di politiche per le imprese le dichiarazioni di Giuseppe Alai, Luca Rossi, Giuliana Chiodini e Silvano Melegari, la domanda su un nuovo sistema turistico si evince soprattutto nelle parole di Giuseppe Alai, Antonio Beccari e Giuseppe Torchio, mentre il tema della governance è trattato da Giuseppe Alai, Luca Rossi, Antonio Beccari, Giuseppe Torchio e da Silvano Melegari.
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