TAB.3 – SEDI DI IMPRESA FEMMINILI
Comuni
|
Totale imprese femminili
|
Totale sedi di impresa
|
Distribuzione %
|
Boretto
|
98
|
492
|
19,92
|
Borgoforte
|
54
|
340
|
15,88
|
Bozzolo
|
89
|
407
|
21,87
|
Brescello
|
114
|
701
|
16,26
|
Calvatone
|
33
|
143
|
23,08
|
Casalmaggiore
|
338
|
1496
|
22,59
|
Casteldidone
|
15
|
70
|
21,43
|
Commessaggio
|
45
|
167
|
26,95
|
Dosolo
|
62
|
311
|
19,94
|
Gazzuolo
|
59
|
300
|
19,67
|
Gonzaga
|
153
|
873
|
17,53
|
Gualtieri
|
132
|
797
|
16,56
|
Guastalla
|
283
|
1552
|
18,23
|
Gussola
|
84
|
287
|
29,27
|
Luzzara
|
129
|
851
|
15,16
|
Marcaria
|
161
|
792
|
20,33
|
Martignana di Po
|
84
|
129
|
65,12
|
Moglia
|
159
|
679
|
23,42
|
Motteggiana
|
30
|
238
|
12,61
|
Novellara
|
281
|
1374
|
20,45
|
Pegognaga
|
139
|
720
|
19,31
|
Piadena
|
63
|
296
|
21,28
|
Pomponesco
|
29
|
165
|
17,58
|
Poviglio
|
224
|
953
|
23,50
|
Reggiolo
|
187
|
1120
|
16,70
|
Rivarolo del Re ed Uniti
|
45
|
211
|
21,33
|
Rivarolo Mantovano
|
52
|
316
|
16,46
|
Sabbioneta
|
104
|
518
|
20,08
|
San Benedetto Po
|
168
|
778
|
21,59
|
San Giovanni in croce
|
47
|
198
|
23,74
|
San Martino dall’Argine
|
46
|
203
|
22,66
|
Spineda
|
13
|
67
|
19,40
|
Suzzara
|
323
|
1675
|
19,28
|
Viadana
|
475
|
2413
|
19,69
|
TOTALE “GONZAGA DEL PO”
|
4318
|
21632
|
19,96
|
Fonte: Stock View Infocamere, dati Registro Imprese al 31/12/2009 per i Comuni della Provincia di Reggio Emilia, al 31/3/2010 per i Comuni delle Province di Cremona e Mantova.
TAB.4 – SEDI DI IMPRESA STRANIERE
Comuni
|
Totale imprese stranieri
|
Totale sedi d’impresa
|
Distribuzione %
|
Boretto
|
55
|
492
|
11,18
|
Borgoforte
|
28
|
340
|
8,24
|
Bozzolo
|
19
|
407
|
4,67
|
Brescello
|
69
|
701
|
9,84
|
Calvatone
|
9
|
143
|
6,29
|
Casalmaggiore
|
98
|
1496
|
6,55
|
Casteldidone
|
0
|
70
|
0,00
|
Commessaggio
|
2
|
167
|
1,20
|
Dosolo
|
19
|
311
|
6,11
|
Gazzuolo
|
20
|
300
|
6,67
|
Gonzaga
|
65
|
873
|
7,45
|
Gualtieri
|
87
|
797
|
10,92
|
Guastalla
|
185
|
1552
|
11,92
|
Gussola
|
20
|
287
|
6,97
|
Luzzara
|
94
|
851
|
11,05
|
Marcaria
|
24
|
792
|
3,03
|
Martignana di Po
|
14
|
129
|
10,85
|
Moglia
|
59
|
679
|
8,69
|
Motteggiana
|
16
|
238
|
6,72
|
Novellara
|
270
|
1374
|
19,65
|
Pegognaga
|
33
|
720
|
4,58
|
Piadena
|
32
|
296
|
10,81
|
Pomponesco
|
13
|
165
|
7,88
|
Poviglio
|
140
|
953
|
14,69
|
Reggiolo
|
150
|
1120
|
13,39
|
Rivarolo del Re ed Uniti
|
3
|
211
|
1,42
|
Rivarolo Mantovano
|
24
|
316
|
7,59
|
Sabbioneta
|
13
|
518
|
2,51
|
San Benedetto Po
|
68
|
778
|
8,74
|
San Giovanni in croce
|
19
|
198
|
9,60
|
San Martino dall’Argine
|
6
|
203
|
2,96
|
Spineda
|
0
|
67
|
0,00
|
Suzzara
|
167
|
1675
|
9,97
|
Viadana
|
239
|
2413
|
9,90
|
TOTALE “GONZAGA DEL PO”
|
2060
|
21632
|
9,52
|
Fonte: Stock View Infocamere, dati Registro Imprese al 31/12/2009 per i Comuni della Provincia di Reggio Emilia, al 31/3/2010 per i Comuni delle Province di Cremona e Mantova.
1.2.4 Il sistema idrico, ambientale e paesistico: ciò che i confini dividono il Po unisce
Il territorio definito de “I Gonzaga del Po”, come suggerisce il nome stesso, trova nel “Grande Fiume” e nella rete fluviale, dettata e suggerita dal suo andamento e dei suoi affluenti, l’elemento ordinatore.
Com’è emerso dal dato storico, il trattamento delle vie d’acque, la loro messa in sicurezza e la relativa regimentazione è da sempre stato una delle questioni principali, soprattutto nella parte meridionale di quest’area, dove i torrenti di origine appenninica, a causa del loro regime, formavano vasti spazi paludosi e stagnanti.
Le opere di bonifica romane sono note, ma sarà nel XVI secolo che si raggiungerà l’assetto attuale: per ovviare all’insalubrità causata dalle zone palustri si diede un nuovo corso al torrente Crostolo, canalizzandolo e facendo partire da esso una rete di canali e rogge che potessero al contempo asciugare e irrigare il territorio.
Quest’opera fu voluta fortemente sia da Ferrante Gonzaga, signore di Guastalla, che da Cornelio Bentivoglio, signore di Gualtieri, i quali non guardarono agli interessi privati ma, pensando a un bisogno collettivo, realizzarono una pionieristica forma di accordo intercomunale, valore che oggi si dovrebbe ricordare maggiormente12.
Nei primi del ‘900, poi, il disegno delle bonifiche13 è stato concluso con la realizzazione della Parmigiana – Moglia, che collega il fiume Enza al Secchia, che si estende con oltre 1300 km di canali e costituisce una delle più grandi opere idrauliche italiane, dando il definitivo impulso a un’agricoltura moderna nel guastallese e nel suzzarese.
In sponda lombarda si andava realizzando, invece, il colatore Navarolo, che, collegando il Po all’altezza di Casalmaggiore e l’Oglio in località San Matteo delle Chiaviche, ha reso anche queste terre più ricche e generose.
Il valore del Grande Fiume si vede non solo nella fitta rete di canali e rogge che da esso discendono, ma anche dalle sue aree golenali14.
Messe in sicurezza da un sistema di arginature modernissimo, nelle golene oggi avvengono avvenimenti importanti per l’economia e l’identità locale.
Ettari di pioppeti connotano l’ambito fluviale, divenendo elemento identitario non solo de “I Gonzaga del Po”, ma anche di tutte le Basse da Pavia in poi.
Questo paesaggio artificiale viene intervallato e vivacizzato da oasi di bosco naturale autoctono, recuperato e rivalorizzato negli ultimi anni grazie all’impegno e alla dedizione di parecchi appassionati.
Figura 9– Scorcio di paesaggio agricolo e cavo Parmigiana – Moglia all’altezza di Gualtieri (RE)
Questi ambienti, caratterizzati da lanche e bugni, ovvero pozze d’acqua stagnanti originate da bracci di fiume morti, sono stati ripopolati della flora e della fauna originale, creando microhabitat pregiati e rari, tanto belli e importanti per l’ecosistema quanto delicati.
A favorire questo tipo di paesaggio hanno contribuito anche le numerose cave, che, una volta dismesse, sono ottimali alla ricostituzione del tipico bosco padano.
Lungo il Po, l’Oglio, l’Enza, il Crostolo e il Secchia ci troviamo di fronte a fasce ambientali con una vegetazione ricca e rigogliosa, che formano un implicito sistema di grande parco naturale diffuso, oggi connesso con intelligenza da percorsi ciclopedonali.
Il tipico paesaggio di fiume è elemento caratterizzante di tutto il territorio in questione, rappresentando un ulteriore elemento di omogeneità.
Il fascinoso e suggestivo ambiente del Po, fatto di golene, argini, boschi, e un fiume lento e maestoso è meta di un turismo di nicchia dal grande potenziale.
In questi anni sono proliferati gli attracchi, i lidi sono stati riqualificati e rivalorizzati15, s’è assistito alle prime esperienze di crociere e di percorsi organizzati alla riscoperta di un antico paesaggio: manca però un disegno globale e complessivo mentre la struttura ricettiva è ancora debole facendo sì che il potenziale non vada oltre la dimensione locale.
Il Po è non solo elemento naturale e ambientale, ma anche un’infrastruttura vera e propria.
Se è vero che negli ultimi due secoli ha perso quella funzione commerciale strategica che ebbe antecedentemente, è innegabile come recentemente si sia ripensato il fiume in questi termini.
I vicini porti di Cremona e Mantova hanno aumentato ultimamente il volume delle merci caricate e scaricate, mentre nel territorio definito de “I Gonzaga del Po” è stato aperto da poco quello di Boretto, che ad oggi è ancora piuttosto immobile, e la banchina commerciale specializzata nel trasferimento di metanolo tramite pipeline a Viadana, inaugurata un anno fa e perfettamente funzionante.
Sono noti i problemi di navigazione del Po: le classiche chiatte usate per esempio sul Danubio o sull’Elba sono inadatte al fiume italiano, il quale ha un pescaggio inferiore e un letto meno canalizzato e più tortuoso che non garantisce la navigazione in tutte le stagioni, rendendo necessaria una flotta ad hoc capace di poter procedere sia in ambito fluviale che marittimo.
Il trasporto via acqua di sostanze non deperibili (legno, inerti, ferro, fluidi ecc…) sarebbe auspicabile, in quanto toglierebbe parecchie tonnellate dalla strada.
Non bastano i buoni auspici e le speranze: senza un disegno infrastrutturale che integri il trasposto fluviale a quello ferroviario e stradale, senza incentivi per le aziende a utilizzare questo sistema, senza i necessari investimenti sulla realizzazione di chiatte apposite e sulla capacità del Po di garantire la navigazione 365 giorni l’anno, tutto ciò rimarrà solo un miraggio.
Garantire la navigazione e non stravolgere il paesaggio e il suo ecosistema devono essere i due obiettivi guida per le politiche fluviali: per questo fa discutere il progetto di bacinizzazione16 del Po voluto dalla regione Lombardia che renderebbe il corso più regolare ma che porrebbe altri tipi di problematiche, relative alla sicurezza degli argini e all’altezza delle acque nelle bonifiche.
E’ auspicabile quindi il confronto tra le varie realtà territoriali coinvolte al fine di trovare una soluzione utile a tutti.
A prescindere dalla vasta e capillare rete di canali e rogge, dalla funzione economica e turistica, è opinione comune ritenere che il Po dia un imprinting alle sue genti.
Qui si sono sedimentati stili di vita, lavori ormai in disuso come il guardiano del ponte, attività, usanze e tradizioni comuni sia alla parte lombarda che a quella emiliana.
I quadri naives, le baracche e le vecchie carovane usate come ritrovo da anziani e giovani, la pesca lungo i pennelli, le canicole estive passate a prendere la “frescura”, le nebbie, sono tutti elementi di un modo di pensare la vita, lento e rilassato, in cui al fare e al lavoro si associa sempre il riposo intellettuale oltre che fisico.
Inutile dire che il Po ha ispirato grandi artisti come Ligabue, scrittori come Zavattini e registi come Bertolucci e Olmi: solo chi vive il fiume quotidianamente, solo chi lo adora e al contempo lo teme per le sue piene può sentire quel qualcosa dentro che fa sentire come fratelli di sangue tutte le popolazioni che si affacciano sulle sue rive.
Insieme al sentimento gonzaghesco è proprio il Po a essere l’elemento di amalgama maggiore di questo territorio, un microcosmo raro e nascosto in attesa di essere riscoperto.
Il Po è davvero l’elemento che più lega il territorio ed è la sua presenza che ha condizionato tutte le caratteristiche precitate, principio di problemi e risorse del territorio.
Per la sua funzione strategica nei secoli passati si sono insediate popolazioni che ne hanno scritto la storia, regalando alle generazioni future un territorio denso di cultura e tradizioni.
La generosità del Fiume ha permesso di avere un’agricoltura abbondante e all’avanguardia, perno di tutto il sistema economico e causa dello sviluppo industriale della zona.
Infine il Po è anche la causa di un’incessante marginalizzazione di questo territorio col passare dei decenni, in quanto non più asse privilegiato dei commerci del Nord Italia, sopraffatto dai percorsi prealpini e preappenninici in senso est-ovest, rendendo quasi un vuoto nella Megalopoli Padana queste aree.
Figura 10 – Confluenza Po – Crostolo all’altezza di Guastalla e Gualtieri (RE)
Figura 11 – Confluenza Oglio - Po e ponte in barche all’altezza di San Matteo delle Chiaviche, Viadana (MN)
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