Comunicato stampa
Ambiente: In Sicilia, nasce il terzo impianto biogas
da una azienda agricola di Resuttano la sfida siciliana:
“puntiamo all’autosufficienza energetica per creare un modello di economia circolare capace rendere ogni scarto una risorsa”
Resuttano (CL), 16 aprile 2016 – A Resuttano nasce un esempio di economia circolare con l’attivazione di un impianto di biogas da 100 KW, in grado di valorizzare scarti e sottoprodotti delle produzioni agroalimentari tipiche mediterranee.
E’ l’azienda agricola Monaco di Mezzo, (in contrada Monaco di mezzo/Resuttano Ciolino in provincia di Caltanissetta), ad avere accettato la sfida, facendo salire a tre il numero delle imprese che hanno deciso di puntare sulla digestione anaerobica, e creare un modello, anche sul nostro territorio, basato sul paradigma innovazione, qualità, tutela per l’ambiente e rispetto della tradizione, e capace trasformare ogni scarto in una risorsa. Un sistema che utilizza pastazzo, sulla, siero, pollina, sansa, ma anche letame, che diventano a loro volta digestato.
Gli impianti a biogas, il combustibile che si produce durante la fermentazione di materiale organico in assenza di ossigeno, rappresentano in Italia la vera rivoluzione verde che ha già generato oltre 1.300 impianti agricoli, 4 miliardi di investimenti oltre 10 mila occupati.
Così, anche in Sicilia nasce la filiera del biogas che ha un potenziale da 5,6 miliardi di euro di investimenti entro il 2030, e 10 mila posti di lavoro altamente qualificati.
Il digestato, ridistribuito sui terreni quale ammendante e fertilizzante organico, chiude il ciclo biologico e produce una base importante per la bio-fertilizzazione dei suoli, evitando cosi la loro desertificazione e migliorando le produzioni agricole. L’impianto a biogas, dunque, “non come fine, bensì come mezzo” per rendere stabile un’innovativa gestione dell’agricoltura tradizionale che punti sulle produzioni autoctone e caratteristiche del territorio.
La Sicilia è ancora lontana dal raggiungere certi traguardi. Eppure, ogni anno ci sono circa 300 mila tonnellate di pastazzo di agrumi e 1 milione di tonnellate di sanse esauste che potrebbero essere usati in impianti di biogas e biometano. Questi ultimi possono contribuire agli obiettivi nel settore dei trasporti e dare una spinta alle regioni del centro-sud, il cui potenziale produttivo di biometano al 2030 è stimato in 3 miliardi di metri cubi e corrisponderebbe a un aumento del Pil dello 0,3%.
L’inaugurazione e la visita al nuovo impianto, che rappresenta un caso unico anche a confronto con gli impianti già realizzati al nord, perché si è stati in grado di garantire, in una area relativamente grande, la vicinanza della vasca dell’impianto con le stalle di bovini, è stata effettuata da Luciano Zoia, presidente di BIOGAS Engineering s.r.l, e preceduta sabato scorso, dal dibattito “economia circolare, innovazione e nuove prospettive per l’agroalimentare siciliano” organizzato dalla start-up Risorse Smart.
“Risorse Smart ha scelto di organizzare due eventi che centrano un’opportunità concreta per le aziende agricole del nostro territorio per diversificare la propria economica quotidiana” ha spiegato Roberta Selvaggi, energy&agronomy manager Risorse Smart.
Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino. “Abbiamo una grande possibilità di realizzare in Sicilia un progetto di biogas buono che apre nuovi scenari, significa fare sistema e diventa la quadratura del cerchio – ha esordito Pottino – la produzione di biogas in sinergia con l’attività agricola, e non in competizione, può fare raggiungere grandi risultati sia all’interno dell’economia di scala dell’azienda, sia del sistema agricolo isolano”. "Le nostre colture, i caseifici, la zootecnia rappresentano una grande ricchezza – ha aggiunto – la possibilità di utilizzare i sottoprodotti nella produzione di energia da un enorme assist all’industria agroalimentare, con le aziende che da un alto valorizzano, dall’altro diversificano perché diventa un’attività remunerata. La produzione di digestato, poi, permette di arricchire i terreni con sostanze organiche, a beneficio delle nostre colture più tipiche: agrumeti, oliveti, frutteti”.
Tanti gli interventi, a cominciare da Piero Gattoni, presidente Consorzio CIB che ha moderato la tavola rotonda. “L’agricoltura del Mezzogiorno, e quella siciliana in particolare, rappresenta un vastissimo giacimento di ‘energia verde’ che è ancora largamente inespresso –ha sottolineato–Quello che oggi è prevalentemente un costo, può diventare una grande risorsa dal punto di vista economico e ambientale”.
Sono intervenuti anche Ezio Veggia, vicepresidente di Confagricoltura, Sandro Liberatori, direttore Ente Nazionale per la Meccanizzazione agricola, Biagio Pecorino, responsabile Sezione Economia Agroalimentare Di3A e i principali produttori di biomasse siciliane. “Mi piacerebbe mettere in atto una strategia congiunta fra imprese agricole e della trasformazione– ha commentato Pecorino – per recuperare risorse organiche dalle filiere agroalimentari mediterranee e trasferirle in aziende agricole per produrre energia e, soprattutto, digestato”.
Ha concluso i lavori la dirigente generale dell’assessorato regionale Agricoltura, dello Sviluppo Rurale, della Pesca Mediterranea, Rosaria Barresi. “Oggi è una giornata importante perché riusciamo ad inaugurare il terzo impianto di digestione anaerobica, che è l’avvio di un percorso che ci auguriamo verrà emulato da molti altri imprenditori agricoli siciliani – ha concluso – Parliamo spesso di energie rinnovabili, il biogas è senz’altro fra quelle meno invasive dell’ambiente e totalmente riutilizzabile all’interno dell’azienda stessa, e non solo, perché permette alle aziende di diversificare con le attività connesse, in modo da poter rimanere sul mercato”.
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