International congress of byzantine studies belgrade, 22 27 august 2016

Sotirios Fotakidis 
National and Kapodistrian University of Athens, Athens, Greece; 
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A Group of Byzantine Slabs from the Collections 
of the Istanbul Archaeological Museums
This paper presents a group of marble slabs from Middle Byzantine Constantinople, now held 
in the Collections of the Istanbul Archaeological Museums. Most of the marble slabs are located in 
the rear courtyard of the Archaeological Museums, while one is in the staff office building. All this 
material has been collected and transferred to IAM from different monuments of the city of Istanbul.
The focus of this paper is to date the slabs based on already dated material from Istanbul, Asia 
Minor, Greece and Italy, and to discover their origin. Emphasis will be placed on the traces of the 
marble-carving tools preserved on the surfaces of the sculptures. Finally, we will concentrate on the 
decorative motifs on each of the slabs and analyze the general characteristics of decorative motifs 
on stone slabs during the Middle Byzantine period.
Silvia Leggio
Sapienza University of Rome, Rome, Italy;
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I Genovesi a Costantinopoli: alcune lastre scolpite dalla cinta muraria di Galata
Con il trattato di Ninfeo, siglato nel 1261 alla vigilia della riconquista bizantina di Costantinopoli, 
Michele VIII Paleologo (1259-1282) assicurò ai Genovesi una posizione giuridica ed economica 
nell’impero bizantino mai raggiunta dagli altri stati occidentali. Estromessi da Costantinopoli in 
seguito alla Quarta Crociata, essi poterono così rientrare nella capitale, occupando l’area al di là del 
Corno d’Oro sulle pendici della collina di Galata; ovvero, la zona anche conosciuta con il nome di 
Pera (regio XIII). Il nuovo insediamento genovese fu dotato di un fossato solo nel 1304, in seguito 
alle concessioni di Andronico II (1282-1328), mentre una cinta muraria, munita di torri, non fu 
costruita prima del 1335. Sottoposto ad una serie di interventi ed ampliamenti ulteriori nel corso del 
Trecento e della prima metà del Quattrocento, il circuito fortificato fu infine abbattuto negli ultimi 
decenni del XIX secolo, ad eccezione dei tracciati ovest e sud che sopravvivono ancora oggi. Dalle 
opere di demolizione fu però salvato un cospicuo numero di lastre marmoree, cronologicamente 
coeve alla cinta muraria, oggi conservate nel Museo Archeologico di Istanbul. Si tratta nella 
maggior parte dei casi di epigrafi in lingua latina accompagnate dagli stemmi araldici di alcune 
delle più influenti famiglie genovesi della comunità perota; un secondo gruppo, numericamente 
meno consistente, presenta, invece, decorazioni figurate a rilievo con soggetti a carattere religioso. 
Dalla loro prima segnalazione in alcuni contributi apparsi tra la fine dell’Ottocento e gli inizi 
del Novecento, questi manufatti non hanno ancora trovato un più approfondito inquadramento 

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critico, in parte complicato dal contesto culturalmente “ibrido” - diviso tra l’Italia e Bisanzio - in 
cui s’inseriscono. Nell’ambito di un più ampio progetto di ricerca attualmente in corso, focalizzato 
sulle relazioni artistiche tra Genova e Bisanzio, verrà preso in esame questo secondo nucleo di 
lastre scolpite provenienti dalle mura di Galata. Saranno indagate l’identità culturale e le modalità 
esecutive dei loro artefici e, al contempo, si presterà attenzione ad alcuni interrogativi, mai affrontati 
dagli studiosi, posti dal corredo iconografico di questi manufatti.