Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Matteo Renzi
Al Presidente della Senato della Repubblica
Pietro Grasso
Al Presidente della Camera Dei Deputati
Laura Boldrini
Egregio Presidente,
Le scriviamo questa breve lettera per porre alla sua attenzione il limbo nel quale si trovano costretti a vivere gli ex operai dell’Isochimica.
Come Lei sicuramente saprà, la vicenda dell’opificio che scoibentava dall’amianto le carrozze dei treni per conto di Ferrovie dello Stato, ha prodotto gravi danni a un intero quartiere della città di Avellino, all’ambiente circostante e soprattutto a chi in quella fabbrica ci lavorava senza nessun tipo di protezione, con poca consapevolezza del pericolo che correva e con la “fretta” di dover consegnare quanto prima la commessa, anche in deroga alle principali norme da rispettare sul luogo di lavoro.
Dei 333 operai dell’Isochimica, circa 150 risultano ufficialmente ammalati e circa 20 sono le morti avvenute ufficialmente a causa dell’amianto.
I cittadini insieme al “Comitato degli operai dell’ex-Isochimica”, ha voluto rimettere al centro dei nostri dibattiti la salubrità e la dignità dell’ambiente e delle persone, con riferimento esplicito a questa triste vicenda, non solo per prendere coscienza delle vicende che hanno danneggiato il territorio e leso i diritti fondamentali alla salute, al lavoro, alla sicurezza dei lavoratori, ma anche per cercare di costruire insieme percorsi alternativi, così come stiamo provando a fare in questi mesi.
Per trent’anni le ferite del nostro territorio sono rimaste nascoste, ora vogliamo rimettere al centro i valori della legalità, della giustizia, della responsabilità collettiva ed è per questo che Le scriviamo, affinché sia interesse suo, del Governo e del Parlamento, quello di ridare a queste persone i loro diritti e la loro dignità, di lavoratori e di uomini.
L’attività lavorativa dell’Isochimica è andata avanti tra il 1982 e il 1990 e, quindi, gli ex operai, per ottenere il prepensionamento, non hanno il requisito dei 10 anni di esposizione all’amianto così come previsto dall’ art. 13 della legge 27 marzo 1992 n. 257.
Non hanno lavorato per 10 anni a contatto con l’amianto, ma sono ugualmente ammalati e alcuni di loro sono ugualmente morti.
Inoltre, a seguito dell’incontro che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha avuto con una delegazione degli operai il 28 novembre 2014 presso l’EMA – Europea Microfusioni Aereospaziali Spa di Morra De Sanctis (AV), è stato prodotto nell’Articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, il comma 117, concernente benefici previdenziali riconosciuti a ex lavoratori occupati nelle imprese che hanno svolto attività di scoibentazione e bonifica, affetti da patologia asbesto – correlata derivante da esposizione all’amianto.
Purtroppo, però, la conseguente Circolare INPS numero 80 del 21 aprile 2015, non è riuscita a sanare il caso specifico degli ex operai dell’Isochimica i quali, appena maggiorenni all’epoca dell’attività dell’opificio, non sono oggi in possesso dei requisiti per il prepensionamento, ovvero i 60 anni di età anagrafica per gli uomini e i 55 per le donne, così come non sono in possesso dell’anzianità contributiva necessaria.
Ma sono ugualmente ammalati e fuori dal mercato del lavoro a causa dei loro problemi di salute. Gli ex operai dell’Isochimica, inoltre, non sono titolari di pensione di invalidità, di pensione di inabilità o di assegno ordinario di invalidità.
Chiediamo, quindi, il suo personale impegno per poter ridare quanto prima dignità, con il prepensionamento a queste persone, per non lasciarle ancora una volta sole e prive dei loro diritti a distanza di 30 anni.
Lo chiediamo a nome di tutte quelle persone che insieme a noi vogliono riscrivere una nuova pagina di storia per gli ex operai dell’Isochimica: una storia fatta di giustizia sociale, di riscatto e di vicinanza al loro lungo travaglio. E’ per questo che alla presente lettera alleghiamo le firme della petizione popolare da noi proposta.
Certi di un suo celere interessamento,
Le porgiamo
Distinti Saluti
I firmatari
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