International congress of byzantine studies belgrade, 22 27 august 2016

Francesca Potenza
Rome, Italy; 
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Per l’edizione critica di un canone (Acefalo) 
per la traslazione delle reliquie di S. Nicola
Il Crypt. Β.β.IV (gr. 276), un codice palinsesto di probabile origine apulo-lucana, ascrivibile, 
per quanto attiene alla scriptio superior, alla fine dell’XI secolo o alla prima metà del XII, costituisce 
una raccolta agiografico-innografica quasi interamente dedicata a s. Nicola (fanno eccezione i ff. 
154v-156v, che attestano un canone per la traslazione delle reliquie di s. Stefano). Essa tramanda, 
infatti, alcuni testi in prosa dedicati al santo e una serie di inni in forma di canone, la maggior 
parte dei quali è stata edita da Atanasio Kominis nel quarto volume (per dicembre) degli Analecta 
Hymnica Graeca. Fra i canoni pubblicati negli AHG, tuttavia, manca un ulteriore inno per s. 
Nicola tramandato dal codice criptense, e restato di fatto quasi del tutto sconosciuto agli studi: un 
componimento acefalo, tràdito ai ff. 110r-115v del manoscritto, dedicato, più precisamente, alla 
traslazione delle reliquie del santo da Mira a Bari, del quale abbiamo solamente le odi dalla VI 
(mutila) alla IX. Da quel che rimane del testo è possibile ricostruire almeno la parte conclusiva di 
un doppio acrostico: quello costituito dalle iniziali dei tropari delle odi, che termina con le parole 
[… Νι]κόλαε, δούλοις σου, e l’acrostico dei theotokia (e del penultimo tropario, soprannumerario, 
dell’ode IX), ove leggiamo le lettere conclusive del nome dell’innografo al genitivo, probabilmente 
[Βασιλ]είου. Che si tratti di un canone per la traslazione delle reliquie di s. Nicola lo si comprende 
– in assenza della rubrica – dal contenuto di alcuni tropari, che fanno variamente riferimento 
alla presenza di una σορός del santo a Bari, fonte di miracoli e guarigioni, e alla traslazione delle 
sue reliquie dall’Oriente. In questa comunicazione si intende discutere della paternità dell’inno, 
inquadrandone l’autore tra i numerosi innografi omonimi di nome Basilio, e valorizzare finalmente 
questa precoce testimonianza letteraria della traslazione delle reliquie di s. Nicola a Bari e del suo 
culto in terra di Puglia.

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