“Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide, come potete aver patria? La
patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo”
disse
Mazzini alla Giovane Italia
Il 1861 fu l’anno in cui Garibaldi partì con i Mille verso la Sicilia e riuscì ad
unificare l’Italia sotto un unico stemma ossia quello della casa dei Savoia e
arrivando così ad una Monarchia repubblicana e alla proclamazione del Regno d’
Italia.
È proprio in questo periodo che il “canto degli italiani’’ prese forma, ispirato
da idee repubblicane e giacobine che mal si addiceva con l’esito del Risorgimento
che era stato prettamente Monarchico.
Il 12 ottobre 1946, l’Italia adotta provvisoriamente l’Inno di Mameli su
iniziativa del Ministro della Guerra Cipriano Facchinetti, che propone anche di
inserirlo in Costituzione. Purtroppo i diversi partiti non arrivarono mai a un
accordo, nonostante l'approvazione stessa della Costituzione (22 dicembre 1947)
venne onorata dal pubblico delle tribune dell’Aula con una spontanea esecuzione
del brano. L’ufficializzazione dell’Inno di Mameli arriva dopo molti anni e dopo
vari tentativi da parte delle diverse legislature solamente Il 15 novembre 2017,
dopo 71 anni di provvisorietà, “Il Canto degli Italiani” diventa ufficialmente l’Inno
della Repubblica Italiana.
L’innodia sociale e patriottica è una componente importante della cultura
italiana e ha giocato un ruolo di primo piano in varie epoche, incitando all’azione e
rafforzando il senso d’identità. La ritroviamo sia nelle fasi più gloriose sia più buie
della storia nazionale, dal Risorgimento all’Unità, dalla Grande Guerra al
Ventennio, fino alla Resistenza. Grazie a una diffusone piuttosto ampia sia in città
che nelle campagne, presso fasce borghesi e proletarie, inni e canti patriottici
hanno dato un forte impulso alla creazione di un repertorio in lingua, assai prima
che nascesse la canzone italiana. La formazione di questo repertorio è assai vasta e
riflette le varie anime dell’Italia fra ‘800 e ‘900: la musica comprende sia motivi
anonimi che già circolavano oralmente, sia melodie composte appositamente da
autori professionisti e dilettanti. I testi invece sono per lo più opera di letterati
mossi da impegno civile amor di patria , come il caso del mazziniano Goffredo
Mameli che nel 1847 che all’età di 20 anni, scrisse il testo di quello che sarebbe
diventato l’inno nazionale, su musica del venticinquenne ‘capo musica militare’
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Michele Novaro: Il canto degli italiani, poi conosciuto come Fratelli d’Italia. Quale
è il significato che si cela dietro i versi dell’ inno ?
La prima strofa si apre con un richiamo ai
fratelli
italiani. L’Italia si copre il
capo con l’elmo di Scipione il quale sconfisse Annibale nella seconda guerra
punica (avvenuta nell’odierna Algeria nel 202 a.C). Si segue poi con un richiamo
nei confronti di Dio che ha creato Roma. La città eterna per la sua importanza
riesce a schiavizzare la dea Vittoria e la metafora vuole che la dea Vittoria
porgesse la chioma per farsi tagliare i capelli al pari delle schiave dell’antica
Roma. I capelli corti erano, infatti,il segno che le contraddistingueva dalle donne
libere.
Nel ritornello i fratelli d’Italia sono incitati a stringersi a
coorte che era
un’unità militare dell’esercito dell’antica Roma. Si chiede loro di stringersi in
quella formazione, poiché pronti a morire in battaglia. L’Italia li ha chiamati per
servire il loro paese.
Leggendo la Seconda strofa si sottolinea il sentimento di sofferenza che
provavano gli italiani nel vedere il loro paese frammentato in diversi regni e per
questo deriso dagli altri paesi stranieri che da secoli li deridevano. Si desta quindi
il popolo unito dal desiderio di diventare un paese unito sotto un’ unica bandiera ed
un’unica speranza.
A seguire, la terza strofa continua ad incitare gli italiani ad unirsi e ad amarsi
poiché con l’Unità e l’amore verranno rivelate le vie di Signore. Si conclude poi
con la promessa dei patrioti di liberare l’Italia che ormai si sentono invincibili per
via della benedizione che gli riserva Dio.
Nella
quarta
strofa
l’Italia
va
dalle
Alpi
alla
Sicilia.
“Dovunque è Legnano” fa riferimento alla battaglia del 1176, quando la Lega
Lombarda sconfisse l’esercito imperiale di Barbarossa. Da quel momento
l’imperatore tedesco non provò più a conquistare l’Italia del Nord.
Viene poi nominato “Ferruccio” che è Francesco Ferrucci, sconfitto nella
battaglia di Gavinana per mano dell’imperatore Calro V d’Asburgo nel 1530.
Venne poi catturato, fatto prigioniero e ormai inerme, giustiziato da Francesco
Marmaldo,
italiano
che
combatteva
per
l’imperatore.
Ferruccio fu un uomo valoroso e ogni italiano veste i panni di Ferruccio abile e
buono di cuore. Sempre nella stessa strofa vengono nominati i Vespri siciliani che
furono una ribellione popolare scoppiata a Palermo nel 1282 contro gli Angioni. I
vespri fanno anche riferimento alle preghiere del tramonto, che sono annunciate
dalle campane e ogni volta che queste suonano, è come se il popolo dovesse
insorgere contro l’oppressore straniero.
Con la quinta strofa si critica l’esercito austriaco poiché formato da
mercenari che badano solo al vile denaro “le spade vendute”. Per questo poi si
deride il loro stemma sostenendo che l’aquila d’Austria ha già perso le sue penne.
Si conclude così l’ inno di Mameli che fu scritto ricalcando gli antichi fasti
della Repubblica Romana e delle gesta di Scipione.
Tutto quello che voleva esprimere il giovane scrittore, in quell'inno era
l’orgoglio nazionalistico di Roma unita e indicare a tutti che se uniti si può vincere.
Il valore della forza e della determinazione divennero ben presto la chiave per il
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raggiungimento del loro obiettivo ossia quello di liberare l’ Italia dagli Austriaci e
di unificarla.
Questo sentimento, questa passione per la propria terra ha fatto si che gli
italiani fossero in grado di compiere gesta di immensa importanza non solo nel
Rinascimento ma durante lo sviluppo delle civiltà mondiali , ed è sempre grazie a
questo Amore che la cultura italiana oggi riveste i panni del futuro della memoria
che ripercorre ben Duemila anni di storia.
Ed io non posso far altro che dire di essere immensamente fiera di essere
italiana.
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